Appalti

Ponte Genova/1. Con l’ok al Dm Salvini tempi dimezzati per i nullaosta antimafia

di Mauro Salerno

Tempi dimezzati per la documentazione antimafia necessaria ai cantieri di ricostruzione del Ponte di Genova. È la novità più importante del decreto firmato oggi dal ministro dell’Interno Matteo Salvini (in attuazione del Dl Genova) per semplificare le procedure di acquisizione del nullaosta antimafia per le imprese impegnate nei lavori di demolizione e ricostruzione del ponte crollato il 14 agosto.

Il provvedimento, in attesa di pubblicazione in Gazzetta, prevede innanzitutto l’accentramento presso il prefetto di Genova sia delle pratiche per il rilascio dei nullaosta necessari all’assegnazione di appalti e subappalti sia dell’esercizio dei poteri innanzitutto la competenza esclusiva del prefetto di Genova dei poteri di accertamento e di accesso presso i cantieri.

Forti le accelerazioni previste sui tempi di rilascio dei documenti. Le comunicazioni antimafia - nullaosta basati essenzialmente sull’assenza di condanne o misure di prevenzione - verranno rilasciate praticamente in tempo reale attraverso la consultazione della Banca dati nazionale gestita dal Viminale. Eventuali approfondimenti devono concludersi entro quindici giorni dalla richiesta, in luogo dei trenta indicati dal Codice antimafia. Dunque tempi dimezzati. La comunicazione antimafia, più “semplice” dell’informazione, è obbligatoria per l’autorizzazione di appalti di opere pubbliche di importo compreso tra 150mila euro e la soglia Ue (ora attestata a 5,55 milioni).

Per il rilascio dell’informativa antimafia - necessaria per autorizzare lavori pubblici superiori alla soglia Ue, forniture oltre 221 mila euro, subappalti di lavori superiori a 150mila euro - il decreto appena firmato da Salvini prevede un percorso in due fasi. La prima, spiegano al ministero, prevede l'acquisizione immediata, attraverso la consultazione della Banca dati, di un provvedimento provvisorio. Se a questo primo accertamento risulta tutto in regola, grazie a questo documento il commissario Bucci potrà firmare i contratti di appalti con le ditte interessate, sotto la «condizione risolutiva» legata all'esito finale dell'accertamento. Vale a dire che se a seguito di approfondimenti dovessero emergere legami con la criminalità organizzata il contratto andrà stracciato e i lavori ancora da eseguire assegnati a un’altra impresa.

La seconda fase, destinata alla verifica di eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa anche attraverso segnalazioni di polizia, si dovrà concludere entro 30 giorni dalla consultazione della banca dati. La novità, rispetto alle procedure ordinarie, è che questo periodo non è prorogabile di ulteriori 45 giorni come consentito dal Codice antimafia nei casi ordinari. Previsti anche termini ridotti a dieci giorni per i controlli che si devono svolgere in altre province.

In caso urgenti o di mancato rispetto dei termini accelerati previsti dal decreto il commissario, spiegano al Viminale, potrà comunque concludere i contratti assegnando gli appalti alle imprese soggette ai controlli, sempre sotto la condizione che impone di risolvere i rapporti in caso le verifiche facciano emergere rapporti equivoci con settori della criminalità organizzata.

Inoltre, il decreto prevede che il commissario Bucci possa avvalersi delle “white list” dei soggetti sicuramente al riparo dai tentativi di infiltrazione mafiosa già operative presso le Prefetture e anche dell' «Anagrafe antimafia degli esecutori» messa in campo per gli interventi di ricostruzione post sisma in centro-Italia. Si tratta di elenchi imprese già passate al vaglio delle prefetture e che dunque non presentano controindicazioni ai fini antimafia;

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