Appalti

Speciale classifiche. Costruzioni, engineering e architettura: ecco chi sono i 150 big italiani

di Massimo Frontera (classifiche a cura di Aldo Norsa)

Vale complessivamente 22,66 miliardi di euro il business realizzato nel 2017 dai primi 150 big italiani che operano nei settori delle costruzioni, dell’ingegneria e dell’architettura e design. Il dato - insieme agli altri principali indicatori di gestione, patrimoniali e finanziari dei bilanci 2017 - è stato raccolto e messo a confronto dalla società Guamari. Le analisi sui tre comparti sono state pubblicate da Edilizia e Territorio in tre diversi giorni di questo mese (il 18, il 23 e il 24 ottobre). Più in basso ci sono i link agli articoli descrittivi (a firma di Aldo Norsa) e alle singole tabelle.

Rispetto all’anno prima, la classifica della Top 50 Costruzioni brilla per l’assenza di alcune imprese che, per difficoltà finanziarie, non sono state in grado di presentare i bilanci. È il caso per esempio di Condotte, attualmente in amministrazione straordinaria, ma anche di Trevi e Mantovani. Il podio della Top 50 Costruzioni - a parte la sparizione di Condotte - vede poche novità: Salini-Impregilo resta in testa, consolidandosi (+3,8%), seguito da Astaldi (entrata in difficoltà finanziarie quest’anno e da poco in concordato di continuità) e poi da Pizzarotti, che conquista il terzo posto grazie a un fortissimo incremento di fatturato (+59%). Uno degli indicatori più interessanti è quello del fatturato estero che, nelle imprese di costruzioni, è in media del 62,2 per cento.

Anche le società di ingegneria e gli studi di progettazione hanno una consistente proiezione all’estero, anche se con quote nettamente inferiori a quelle delle imprese di costruzione. Complessivamente, la Top 50 Architettura fattura il 31% della sua produzione all’estero, ma con situazioni molto differenziate. Lo studio Renzo Piano Building Workshop - al secondo posto della classifica, scalzata quest’anno dallo studio romano One Works - ormai produce all’estero il 90% del suo fatturato, la quota più elevata in assoluto tra i 50 studi in classifica. Lo stesso studio One Works ha oltre il 75% dell’attività all’estero. Lo studio milanese Lombardini 22, che occupa il terzo posto del podio, continua invece ad avere un forte radicamento in Italia, con solo il 5,2% di quota estera. Tra le novità della Top 50 Architettura c’è il balzo di Progetto Cmr al quarto posto (rispetto alla 14esima posizione dell’anno prima). Crescita notevole anche per lo studio Archea, che si piazza al settimo posto, mentre nel 2016 si era fermato alla 16esima posizione.

La propensione all’estero è consistente anche nella Top 50 Ingegneria, con una media del 32% rispetto al fatturato complessivo. Al contrario degli studi di progettazione, le prime tre engineering sul podio hanno tutte una quota di fatturato estero sotto la media: Italferr, al primo posto, fattura all’estero il 15 per cento. EniProgetti, al secondo posto, ne fattura poco di più (16,4%) mentre Spea Engineering ha un export di appena il 3,4 per cento. Andando però a scorrere la classifica, si trovano casi che alzano fortemente la media. Anas International Enterprise, per esempio, ha - comprensibilmente - un fatturato interamente estero. Meno comprensibile è il 100% di fatturato estero sia dello Studio Ing. G. Pietrangeli, sia di Aic Progetti. A poca distanza ci sono anche Agrotec (99,8%), Ars Progetti (99,1%), Ird Engineering (95%), ItalConsult 90,4% e Geodata (89,7%).

Le classifiche delle prime 50 imprese di costruzione in Italia
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Le classifiche delle prime 50 società di ingegneria in Italia
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Le classifiche dei primi 50 studi di architettura in Italia
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