Appalti

La Corte Ue torna sulla misura (alta) del contributo unificato: non ostacola la giustizia sugli appalti in Italia

di G.La.

Il contributo unico non ostacola l'accesso alla giustizia amministrativa. La Corte di Giustizia Ue, con un'ordinanza pubblicata ieri, ha confermato quanto aveva già affermato con una sentenza datata 6 ottobre 2015.

La pronuncia è arrivata in seguito al rinvio pregiudiziale proposto dal Tar di Trento il 25 settembre 2014. I giudici italiani avevano espresso dubbi sulla tassazione per l'accesso alla giustizia amministrativa, e in particolare sul contributo unificato applicato ai ricorsi in tema di appalti pubblici.

Secondo le parti interessate, tale contributo unificato, «poiché eccessivo e talvolta addirittura superiore all'utile ricavato dalle imprese vincitrici di una gara d'appalto (normalmente non superiore al 10% del valore dell'appalto), renderebbe eccessivamente gravoso, e perfino sconveniente, accedere alla giustizia amministrativa».

Senza contare che, oltre che alle imprese italiane, il contributo si applica anche a quelle di altri paesi membri, «in possibile violazione del generale principio di libertà di stabilimento, equivalenza ed effettività, nonché delle direttive europee in materia di appalti».

La Corte di Giustizia ha risposto al quesito rimettendosi a quanto già precedentemente stabilito con una sua sentenza del 6 ottobre scorso. E ha, così, rigettato le ipotesi sostenute dalle parti interessate, «non ravvisando alcuna contraddizione tra la normativa nazionale e quella europea».

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