Urbanistica

Architetti e Legambiente al Governo: meno oneri e più incentivi fiscali per riqualificare le città

di G.Sa.

«Se abbattiamo gli oneri concessori che oggi si pagano due volte e convogliamo gli incentivi al risparmio energetico anche a operazione di riqualificazione su scala urbana il mercato della sostituzione edilizia stavolta può partire davvero». Ne è convinto Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, che nei giorni scorsi ha consegnato al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, insieme ad Edoardo Zanchini (Legambiente), un documento con le proposte da inserire nella legge di stabilità per una svolta radicale nel settore dell’edilizia urbana. Dopo Claudio De Albertis, neopresidente dell’Ance (si veda il servizio del 27 agosto), e il presidente della commissione Ambiente della camera, Ermete Realacci, anche architetti e ambientalisti mettono la sostituzione edilizia in cima alle priorità da rilanciare, anche con incentivi fiscali, nell’ambito del business edilizio. Si crea così una larga convergenza sulla «nuova edilizia», sul cambio di paradigma che dovrebbe premiare la demolizione e ricostruzione, il risparmio e l’efficienza energetici, la riqualificazione urbana a livello di edificio condominiale e di porzioni di città. Il documento Cna-Legambiente ricorda anche che ci sono«oltre 6 milioni di edifici e 24 milioni di persone che vivono in zone ad alto rischio sismico, 1,2 milioni di edifici e 5 milioni e mezzo che vivono in zone a grave rischio idrogeologico, il 55% degli edifici italiani ha oltre 40 anni di vita, il 75% nelle città». Senza dimenticare «4,6 milioni di abusi edilizi, 450mila edifici illegali e 1,7 milioni di alloggi illegali» e che «il 35% dell’energia consumata in Italia è per gli edifici».

Il documento Cna-Legambiente propone graduazione dei crediti di imposta Irpef 50% e 65% in funzione del risparmio energetico effettivamente ottenuto, specifici incentivi per gli interventi su edifici condominiali, utilizzo dei titoli di efficienza energetica in favore di imprese che realizzano l’efficientamento energetico di ampie porzioni di patrimonio edilizio, un parco progetti per le città alimentato da un fondo rotativo costituito presso Cassa depositi e prestiti,un quadro nomativo più favorevole alla demolizione e ricostruzione.

«Oggi - dice Freyrie - la demolizione e ricostruzione è una tipologia edilizia che non esiste e farla è impossibile: basti pensare che bisogna ottenere due permessi, uno per demolire, l’altro per costruire, pagando due volte gli oneri pagati già in origine e incontrando una serie di fortissime limitazioni sul piano urbanistico per edifici considerati di nuova costruzione. Tutto questo impedisce la trasformazione delle nostre città in una chiave di architettura contemporanea e di maggiore efficienza energetica».

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