Prato, innovazione a 1.150 euro al mq con il social housing a consumi (quasi) zero
Fabbisogno energetico coperto in gran parte da fonti rinnovabili. Involucro edilizio ad alte prestazioni e impianti altamente performanti. Soprattutto extra-costi contenuti nonostante il bilancio energetico si approssimi allo zero. È stato completato a Prato, nell'area periferica di San Giusto, un progetto sperimentale di social housing messo a punto dall'architetto Riccardo Roda, socio con Silvio Pappalettere dello studio Res Architetture. Il committente è la società Edilizia Pubblica Pratese, il locale istituto autonomo case popolari. Sono 29 gli alloggi di edilizia sovvenzionata realizzati insieme ad un centro civico posto al piano terra e ad un ampio giardino. Si tratta di un intervento che è riuscito a raggiungere elevati standard energetici pur rientrando nei severi limiti di costo tipici dell'edilizia sovvenzionata. In numeri: «l'edificio presenta una copertura dei consumi energetici totali superiore al 90 per cento, con un Ape medio di 12,71 Kwh/mq/anno» ed «è stato completato rispettando i massimali economici prefissati, pari a circa 1.150 euro al mq, come costo di costruzione», riferisce il progettista.
L'intervento fa parte del progetto CoNZEBs, finanziato dall'Ue nell'ambito del programma Horizon 2020 e coordinato dall'istituto per la Fisica dell'edificio del tedesco Fraunhofer Institute. In Italia il programma coinvolge l'Enea e ha l'obiettivo di individuare soluzioni tecnologiche che possano ridurre i costi di costruzione di edifici multifamiliari a consumo energetico quasi nullo. Sia l'intervento sperimentale di San Giusto che i risultati del progetto CoNZEBs saranno presentati in un convegno che si terrà a Prato il 24 ottobre.
Nel caso di Prato, il contenimento dei costi e le elevate prestazioni energetiche derivano soprattutto da strategie duplici messe a sistema: l'una agisce sull'impianto e l'altra sull'involucro. In particolare, «l'involucro è stato ottimizzato per assicurare elevata inerzia termica ed eccellenti prestazioni di isolamento termo-acustico, attraverso pareti stratificate, eliminazione totale di ponti termici, ed infissi potenziati basso-emissivi», spiega ancora Roda.
«L'impianto, completamente centralizzato, – continua l'architetto - si basa su un sistema a pompa di calore acqua-aria, alimentata elettricamente, con distribuzione a bassa temperatura (pavimento radiante). L'utilizzo delle fonti rinnovabili si basa su un sistema integrato di pannelli fotovoltaici, che assicurano una potenza di oltre 37mila KWh/anno, e di una batteria di 83 mq di pannelli solari di tipo piano, dotati di sistema di svuotamento per evitare il surriscaldamento estivo».
Inoltre «il sistema pompa di calore-pannelli fotovoltaici assicura la copertura del 100 per cento del fabbisogno di riscaldamento e del 67 per cento del fabbisogno elettrico; i pannelli solari, integrati da una caldaia a condensazione alimentata a metano, garantiscono una copertura del 65 per cento del fabbisogno di acqua calda e contribuiscono al 20 per cento del fabbisogno energetico del riscaldamento». L'utilizzo di materiali riciclati e a chilometro zero costituisce un'altra scelta ecologica fondante del progetto. Per l'isolamento acustico sono stati utilizzati pannelli in fibre tessili riciclate, ricavate dagli scarti di lavorazione delle industrie tessili del territorio.