Progettazione

A Locri la nuova chiesa sarà firmata da Cavejastudio e Artuso Architetti Associati

di Mariagrazia Barletta

Si è concluso il concorso per la progettazione della nuova chiesa di San Biagio Vescovo e Martire a Locri (Reggio Calabria), indetto dalla diocesi di Locri Gerace con la supervisione dell'Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto della Conferenza episcopale italiana (Cei). La diocesi e la Cei hanno scelto la proposta presentata da Cavejastudio (Alessandro Pretolani e Filippo Pambianco) di Forlì, da Artuso Architetti Associati (Gianni Artuso, Fabrizio Artuso, Giandomenico Chirico) insieme al liturgista, don Ugo Facchini e all'artista, Leonardo Lucchi (collaboratori Adele Ricci, Emanuele Sabbatani e Beatrice Mazzotti). Fuori volumi semplici, identificabili a distanza, dichiarano immediatamente la presenza dell'edificio sacro. Dentro, lo spazio - reso dinamico dalla successione di forme concave e convesse generate da muri di pietra di Canolo - è sovrastato da un etereo volume ellittico. Così si presenta – in estrema sintesi - la chiesa, la cui articolata conformazione planimetrica rimanda «alla multiforme varietà del genere umano; la parte superiore, ellittica, rappresenta invece la presenza di Dio tra gli uomini», spiega Alessandro Pretolani.

Dare un segno della presenza della Chiesa in un luogo socialmente delicato e offrire alla città, priva di emergenze architettoniche, un nuovo punto di riferimento per la comunità. Sono queste alcune delle motivazioni che hanno dato impulso al motore del concorso di Locri. La chiesa sarà realizzata su viale Matteotti, una lunga strada che corre parallelamente alla costa, ed entrerà in relazione con il vicino centro dei Salesiani. La chiesa crea un fronte allungato sul viale, arretrato rispetto alla strada, ma non troppo, in modo da generare un articolato e ampio sagrato e far sì che l'edificio sia ben percepibile anche a distanza. Idealmente, il fronte della chiesa prosegue in una lunga seduta che corre parallela all'asse stradale, culminando nel campanile distaccato dalla chiesa. A caratterizzare il prospetto su strada è anche la pronunciata copertura a sbalzo del portico di ingresso. «Questo rappresenta – si legge nella relazione di progetto - una prima soglia dove rasserenare lo spirito prima di entrare in chiesa». Completa la configurazione esterna una corte interna al complesso. Si tratta di uno spazio di sosta e di passaggio, sul quale affacciano sia l'aula liturgica che l'ufficio del parroco e la sala polivalente.

La corte è a cielo aperto solo nella parte più o meno centrale, dove, in corrispondenza della grande copertura piana, si apre un grande foro circolare. Qui non solo i fedeli potranno sostare, ma potrà essere celebrata la messa. All'interno dell'aula lo spazio è orientato verso il centro dell'azione liturgica, con l'altare posto centralmente sul presbiterio, ben visibile da ogni punto della chiesa. L'unità dell'assemblea nello svolgimento della liturgia è rafforzata dalla presenza del grande tamburo ellittico. Sul perimetro le concavità e le convessità accolgono il fonte battesimale, la penitenzieria, il coro e il luogo dell'Adorazione eucaristica. Ogni polo liturgico è rischiarato da un lucernario. Il principale è sopra l'area presbiteriale, pensato per illuminare tutta l'aula ed inondare di luce l'eterea ellisse di copertura. In particolare, la curvatura del tamburo richiama quella della doppia abside della concattedrale di Santa Maria Assunta della vicina Gerace, tra le più importanti opere normanne della Calabria.

Il concorso di Locri si inserisce nell'iniziativa dei cosiddetti "Percorsi diocesani": competizioni lanciate a partire dal 2014 da diocesi scelte dall'Ufficio nazionale tra quelle candidatesi a costruire una nuova chiesa e dall'Ufficio stesso indirizzate verso un processo ormai consolidato (grazie anche ai precedenti "Progetti pilota"), di cui il concorso rappresenta la principale invariante. Le diocesi ricevono dalla Cei un finanziamento che copre il 75 per cento del costo di realizzazione della chiesa con relativo centro parrocchiale. Filippo Pambianco e Alessandro Pretolani erano nel team (in squadra anche Romano Pretolani e José Ignacio Linazasoro) che nella prima edizione dei "percorsi diocesani" si aggiudicò la chiesa Beato Paolo VI a Forlì. «Abbiamo consegnato il progetto esecutivo, la diocesi di Forlì-Bertinoro è arrivata a individuare l'impresa che costruirà l'opera ed entro l'autunno dovrebbero partire i lavori», riferisce Pretolani. Tra gli undici concorrenti che hanno partecipato al concorso per la chiesa di Locri vi erano Cherubino Gambardella e Franco Purini.

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