Appalti

Investimenti Fs, dopo tre anni l'iter del contratti programma è solo a metà

Il via al contratto di programma in 11 step: dopo 2 anni e 9 mesi siamo solo al sesto. Vale 15,4 miliardi

di Giorgio Santilli

Se il governo vuole davvero accelerare le procedure per gli investimenti pubblici dovrebbe cominciare dai provvedimenti che ha in corso. E non solo per derogare eccezionalmente, come pensa di fare, ma per disboscare iter approvativi assurdi e archiviare la stagione delle procedure fatte per non spendere più che per investire.Si è molto parlato dei contratti di programma di Rete ferroviaria italiana e Anas, le due società del gruppo Fs che hanno in carico investimenti per decine di miliardi di euro. È noto che nel decreto legge Rilancio avrebbe dovuto entrare una norma che approvasse ex lege i due aggiornamenti 2018-19, aggirando il lunghissimo iter amministrativo in corso. Un iter che anche nelle precedenti edizioni dei Cdp non è mai durato meno di due anni e mezzo. I due contratti, che sono in realtà aggiornamento 2018-2019 dei due contratti 2017-2021, valgono in tutto circa 22 miliardi di risorse aggiuntive, stanziate a partire dal disegno di legge di bilancio dell'ottobre 2017.

La norma di aggiramento dell'iter ordinario - largamente annunciata dal governo - non è entrata nel decreto Rilancio approvato mercoledì scorso, facendo infuriare l'Ance, l'associazione nazionale dei costruttori. Ma dovrebbe entrare - questo è l'impegno del governo - nel decreto legge Rinascita o Semplificazioni più volte annunciato dal premier e atteso nel giro di un paio di settimane. Ancora un rinvio, dunque.L'approvazione immediata è fondamentale perché i due contratti sono necessari a Fs, se davvero il governo vuole accelerarne gli investimenti. A dispetto della terminologia di origine civilistica, i contratti contengono in realtà documenti tipicamente pubblicistici: piani di investimenti con l'elenco dettagliate delle opere da mandare in gara che a loro volta consente il trasferimento delle risorse dal Tesoro alle due società. Il "contratto" quindi è in realtà l'atto con cui il soggetto pubblico Stato ordina le opere da fare e mette a disposizione i fondi per farle. Nessun rigore sui tempi di realizzazione, solo quadri formali e indicazioni non cogenti. Anzi i tempi, proprio a partire dall'iter autorizzativo, non hanno valore. L'iter è stato costruito a suo tempo per rallentare la spesa, non per accelerarla e tanto meno per rispettare una pianificazione annuale. Non sfuggirà che risorse, gare, cantieri arriveranno quando il periodo di riferimento 2018-2019 sarà concluso da un pezzo. Vediamo, allora, l'iter.

Un documento di Rfi sintetizza bene la situazione (pagina 3 del file) : l'amministratore delegato della società, Maurizio Gentile, lo ha presentato recentemente in audizione parlamentare e fotografa bene lo stato di attuazione dell'iter approvativo. L'iter di approvazione passa anzitutto per un primo atto formale, dopo confronti e discussioni informali triangolari fra Fs, ministero delle Infrastrutture e ministero dell'Economia: è una norma in legge di bilancio, che identifica le risorse. Da lì ha il via l'iter attuativo: si punta a una prima condivisione fra i ministeri delle Infrastrutture e dell'Economia per definire lo schema del contratto, poi l'accordo di massima va alla seduta del Cipe che approva una prima delibera. Si ricorda, solo incidentalmente, che gli atti del Cipe richiedono mesi per diventare definitivi. Il contratto deve essere poi condiviso con le Regioni e con l'Autorità di regolazione dei trasporti. Tutto questo non con una unica riunione in cui ognuno fa le sue osservazioni, ma in serie, quindi mesi dopo mesi. Non è finita. Dopo questo c'è il parere delle commissioni parlamentari. Storicamente le commissioni parlamentari e i singoli parlamentari non si limitano a dare un parere ma enrano anche sul singolo lotto, con l'intento, neanche troppo nascosto, di portare lavori e risorse al proprio collegio. Poi il Contratto viene sottoscritto dai minitsri dell'Economia e dei Trasporti, non dopo ulteriori confronti (ed eventuali aggiustamenti). A quel punto il decreto va alla registrazione della Corte dei conti per poi essere pubblicato.In una azienda privata dove il management è chiamato a rispondere dei tempi non avverrebbe così. O i manager sarebbero licenziati probabilmente. Si dirà, giustamente, che questi sono soldi dei cittadini italiani. Vero. Quegli stessi cittadini che hanno il massimo interesse a vedere realizzate il più in fretta possibile ferrovie per pendolari, bretelle stradali, piste ciclabili, ma anche manutenzioni per garantire la sicurezza di chi viaggia.

L'aggiornamento 2018-2019 del contratto di programma Mit-Rfi (sintesi)

L'aggiornamento del contratto di programma Mit-Rfi (sintesi)

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