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Investimenti/4. Cofinanziamento al 100% dei fondi strutturali, le Regioni frenano

Per ora disponibilità solo di 7,8 miliardi per l’emergenza rispetto all’obiettivo di 10 miliardi. Provenzano: siamo sotto le nostre aspettative

di C.Fo.

Per i programmi 2014-2020 dei fondi strutturali europei ministeri e Regioni possono ora richiedere l'applicazione del tasso di cofinanziamento fino al 100% a carico dei fondi Ue per le spese del periodo 1 luglio 2020-30 giugno 2021, anche a valere su spese per l'emergenza anticipate a carico dello Stato. La norma entrerà nel decreto Rilancio, sfruttando l'oportunità delle modifiche introdotte per l'emergenza con il Regolamento Ue 558. Le risorse che saranno liberate saranno assegnate alle amministrazioni per finanziare programmi operativi complementari. Nelle more della riassegnazione di queste risorse, ministeri e regioni potranno assicurare gli impegni già assunti per interventi poi sostituiti da quelli per spese emergenziali (sanità, misure sociali e circolante per le imprese) attraverso la riprogrammazione delle risorse nazionali del Fondo per lo sviluppo e la coesione, con una procedura semplificata rispetto a quella che era stata fissata dall'articolo 44 del decreto crescita del 2019 e che si è rivelata molto complicata, al punto da bloccare tutto quel processo.Al tempo stesso un'altra norma del decreto consente di impiegare anche il Fondo Sviluppo e coesione (programmazioni 2000-2006, 2007-2013 e 2014-2020) in via eccezionale per l'emergenza Covid-19 con il mantenimento del vincolo di destinazione territoriale.

«Spero che questo doppio meccanismo - spiega il ministro del Sud Giuseppe Provenzano - serva a rassicurare le Regioni che hanno mostrato più perplessità sulla nostra proposta di riprogrammazione dei fondi Ue per affrontare l'emergenza. Anche i tecnici della Commissione europea, in un videocollegamento con le Autorità di gestione, hanno detto di aspettarsi che l'Italia sfrutti in modo ampio le possibilità della riprogrammazione in chiave anti-crisi». Per quantificare l'entità delle risorse comunitarie utilizzabili per l'emergenza, già alcune settimane fa era partita una trattativa tra Provenzano e le Autorità di gestione dei Programmi. L'obiettivo di 10 miliardi al momento non è stato raggiunto e si arrivati a quota 7,8 miliardi. Le Regioni, con le quali si è deciso di andare avanti con negoziati bilaterali, hanno rappresentato lo scoglio principale.

«Siamo al di sotto delle nostre aspettative» ammette Provenzano. A fronte dell'obiettivo iniziale di 7,1 miliardi la disponibilità a riprogrammare è attualmente di 3,8 miliardi: manca all'appello la Sicilia e da altre regioni il governo si attendeva aperture maggiori. Al contrario, aggiunge il ministro, ammonta a 4 miliardi la riprogrammazione messa sul tavolo dai ministeri per i Programmi nazionali, dato superiore di 1 miliardo alle aspettative iniziali».Nel frattempo nel decreto rilancio è stato approntato anche un pacchetto di norme per il Sud: potenziamento del credito di imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo, contributi a fondo perduto per "Resto al Sud", fondi per le aree interne e per il terzo settore.

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