Appalti

Infrastrutture/2. Investimenti privati, rendimenti più bassi in Italia rispetto all'Europa

di Giorgio Santilli

I rendimenti del capitale privato e misto pubblico-privato investito in infrastrutture in Italia sono generalmente inferiori - ma sostanzialmente allineati - a quelli europei nei settori del gas, dell'energia elettrica, delle autostrade e delle ferrovie. Ancora molta strada l'Italia deve fare invece nel settore delle cosiddette opere fredde, a basso valore finanziario e ad alto valore sociale. Dall'allargamento anche a questi settori "sociali" del finanziamento privato di infrastrutture - mediante tecniche che consentono di «riscaldare le opere fredde» - può scaturire una forte ripresa degli investimenti in un Paese come l'Italia che ha un debito pubblico elevato e crescenti vincoli di finanza pubblica. La remunerazione degli investimenti costituisce, in questo senso, un fattore chiave per la riduzione del gap infrastrutturale rispetto all'Europa e il rilancio del sistema economico italiano. Sono queste, a grandi linee, le conclusioni di un'analisi condotta da Deloitte e da Luiss Business School che sarà presentata venerdì 7 giugno (e anticipata dal Sole 24 Ore). L'indagine è stata curata da Marco Vulpiani, leader del team Infrastracture&Capital Project di Deloitte, e da Raffaele Oriani, associate dean della Luiss Business School.

L'indagine evidenzia, a livello europeo, che il capitale investito in opere infratsrutturali a partenariato pubblico-privato viene generalmente remunerato nei settori considerati: nel 100% dei casi nei settori trasmissione elettrica e trasporto del gas, nel 63% dei casi nel settore stradale/autostradale, nel 79% dei casi nel settore ferroviario. L'Italia ha generalmente livelli di remunerazione del capitale "regolatorio" investito (RoRab) inferiori a quelli degli altri grandi Paesi europei, con l'eccezione della Gran Bretagna. Questo vale per il gas (Italia al 5,7%, Germania al 6,9%, Francia all'8,1%, Spagna al 5,1%, Gb al 3,8-4,4%), l'energia elettrica (Italia al 5,6%, Germania al 6,9%, Francia al 9,7%, Spagna al 6,5%, Gb al 3,6-3,7%), nelle autostrade (Italia al 5,3%, Francia al 5,6%, Spagna al 6%, Gb al 3,9%), nelle ferrovie (Italia al 4,5%, Germania al 5,1%, Francia al 6,2%, Spagna al 5,5%, Gb al 5,5%).Per ridare slancio alla competitività italiana - dicono i ricercatori - è fondamentale superare la dicotomia tra opere infrastrutturali calde e fredde. L'analisi Deloitte-Luiss Business School si sofferma su alcune tecniche per «riscaldare» le opere fredde. «Il trend - dice la ricerca - è quello di integrare la costruzione di un'opera fredda (per esempio un parco pubblico) alla costruzione di un'opera calda (parcheggio privato) considerandole come unico progetto gestito da un unico operatore privato». Il «riscaldamento» e l'integrazione possono garantire, oltre al valore sociale delle opere, anche l'equilibrio economico-finanziario.

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