Appalti

Costruzioni: più ricavi per i 25 big europei, ma Salini (unica italiana) scivola al 14° posto

di Aldo Norsa

Mentre in Italia si moltiplicano i tavoli di crisi, in Europa il fatturato dei big delle costruzioni continua a crescere. Sulla base dei dati di bilancio 2018 a oggi pubblicati (in attesa di quelli del gruppo austriaco Porr che lo scorso anno occupava la 17a posizione con una produzione di 4,3 miliardi) il vertice europeo fattura 252,3 miliardi di euro con una crescita del 4,5 per cento rispetto al 2017 e del 9,8 per cento rispetto al 2016. I dati emergono dalla classifica dei maggiori 25 gruppi europei delle costruzioni elaborata dalla società Guamari, che anticipa la più ampia top 50, più impegnativa da completare.

SCARICA QUI LA CLASSIFICA COMPLETA DI DATI E GRAFICI

Al vertice della graduatoria, come l'anno scorso, si conferma il colosso delle costruzioni francesi Vinci, seguito dallo spagnolo Acs e da un altro francese Bouygues. Mentre l'unico gruppo italiano, Salini Impregilo, si incontra alla quattordicesima posizione. Anche nel Continente (come in Italia) si nota una tendenza alla concentrazione: infatti i top 5 sono passati dal valere il 52,5 per cento del totale nel 2016, al 53,9 per cento nel 2017 al 56 per cento nell'ultimo esercizio

La classifica
Prendendo in esame i singoli gruppi in classifica non si notano grandi scossoni al vertice con le prime sei posizioni invariate rispetto allo scorso anno, sempre capitanate dal colosso francese Vinci, con al seguito Acs e Bouygues (che qui appare solo con il suo "Pôle Construction", non contando quindi le importanti diversificazioni nelle telecomunicazioni). La prima vera novità è rappresentata dal gruppo spagnolo Ferrovial che perde cinque posizioni per un calo del 53 per cento del fatturato dovuto alla scelta di scorporare la divisione servizi in vista di una sua auspicata vendita della stessa e una rinnovata concentrazione sul core business delle costruzioni. Perde posizioni anche il leader italiano Salini Impregilo che, in attesa di creare un forte polo nazionale con l'acquisizione di Astaldi, vede il fatturato 2018 calare del 6,5 per cento scendendo dall'11a alla 14a posizione. Se questo è ancora tutto da definire, più in piccolo è diventato realtà il polo finlandese (nel febbraio 2018) con la fusione per incorporazione di Lemminkainen nel connazionale Yit permettendo a quest'ultimo di quasi raddoppiare la cifra d'affari e salire dalla 35a alla ventesima posizione.

Mercato italiano poco attraente
Scorrendo i nomi si nota come poco attraente sia il mercato italiano per i big europei: infatti l'unico a "vantare" una filiale italiana è l'austriaco Strabag (sesto in classifica), presente nel nostro Paese dal 2008 (anno in cui acquistò Adanti) e collabora con i nostri campioni alla realizzazione di grandi opere quali la galleria di base del Brennero e la linea av/ac Torino-Lione; anche lo spagnolo Sacyr (19°) opera stabilmente in Italia tramite il consorzio Sis, ma nel 2012 ha ceduto la maggioranza a Inc, oltre a essere parte dell'Ati Eurolink incaricata della realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina; lo svizzero Implenia (18°) pur non avendo una società italiana ha collaborato con Rizzani de Eccher alla realizzazione del grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino.

Francia leader tra i sistemi Paese
L'analisi per sistemi Paese è fatta contando la cifra d'affari 2017 di Porr in sostituzione del 25° gruppo in classifica (il britannico Laing O'Rourke) e ancora una volta vede la Francia confermarsi (in termini di fatturato) leader europeo con una quota del 36,5 per cento ripartita tra quattro gruppi. Al secondo posto è la Spagna (sempre con quattro gruppi) con il 23,6 per cento, tenendo conto che dal 2011 può contare sull'apporto del maggior gruppo tedesco Hochtief, consolidato da Acs. Più staccati seguono altri nove Paesi guidati dalla Svezia, i cui tre gruppi in classifica sommano il 10,8 per cento, dall'Austria (il cui 8,1 per cento sembra destinato a salire se Porr confermerà la crescita evidenziata nei primi tre trimestri del 2018) e dalla Gran Bretagna (8 per cento). L'Italia, rappresentata solamente da Salini Impregilo, limitandosi al 2,1 per cento si posiziona al settimo posto, preceduta anche dai Paesi Bassi (5,2 per cento) e seguita in ordine da Svizzera, Finlandia (entrambi 1,5 per cento), Belgio e Norvegia (appaiati con l'1,4 per cento).
Un'assenza eccellente e curiosa è quella della Germania che, dopo una serie di fallimenti, ha negli anni venduto i propri big delle costruzioni a grandi gruppi stranieri: nel 2000 Strabag all'austriaco Bauholding (che ne ha assunto il nome), nel 2011 come detto Hochtief ad Acs e nel 2015 il ramo d'azienda Bilfinger allo svizzero Implenia. Evidentemente il sistema Paese non ritiene strategico il settore delle costruzioni ma dedica le sue migliori risorse all'industria.

La Top 25 dei costruttori europei per fatturato

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©