Appalti

Roma-Latina, Palluzzi (Ance Latina): dopo il contenzioso riattivare subito la gara in Pf

di Massimo Frontera

«Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, ci sono stati degli appelli e quindi occorrerà aspettare gli esiti. Ma tra due mesi le sentenze arrivano. E la politica deve farsi trovare pronta. La procedura della gara va ripresa da dove è stata interrotta». Il presidente dell'Ance Latina, Pierantonio Palluzzi, tiene alta l'attenzione sulle sorti dell'opera mai realizzata dell'autostrada Roma-Latina ( la cui storia è stata riassunta in un articolo pubblicato lo scorso lunedì 18 febbraio su «Edilizia e Territorio» ).

Palluzzi - che tra le altre cose ricorda che il tracciato dell'infrastruttura ricade per l'80% nel territorio di Latina - ci tiene a sottolineare che il contenzioso ha solo congelato la procedura ma non l'ha azzerata. E mette in guardia contro le ipotesi che puntano in modo eccessivamente semplicistico e disinvolto alla realizzazione pubblica dell'opera.
«Quando sento che il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti parla di realizzare l'opera in house mi preoccupo. Non vorrei che fosse una tattica, che lo facesse solo per strizzare l'occhio al Movimento 5 Stelle e poi l'opera non si farà mai».

Che intende dire?
Il project financing prevede che l'80% dei soldi ce li mette il privato. Fare l'opera in house invece significa che il 100% ce lo mette il pubblico. Ora: passare dal project financing all'in house, dove l'in house significa Anas e Autostrade per il Lazio, mi pare un'operazione difficile. Non solo. Ricominciare da zero significa che prima dovremmo trovare tutte le risorse, cioè 2,8 miliardi circa, poi bisognerebbe fare la gara per il progetto, e poi si devono fare le gare di appalto, magari per lotti come vorrebbe qualcuno. E anche ammesso, possiamo pensare che non ci sia un ricorso su uno dei lotti o sul progetto esecutivo? Su questa strada c'è il rischio che l'opera si incagli per altri trent'anni o che resti incompiuta. Lo trovo paradossale.

E allora?
Allora la soluzione dell'in house è una soluzione residuale, è la soluzione "B", ma prima c'è appunto la soluzione "A", che è la gara, che va appunto ripresa da dove è stata interrotta. E questo la sentenza del Consiglio di Stato lo dice in modo cristallino. La sentenza dice appunto che una parte della lettera di invito è stata scritta male, cioè la formula del punteggio economico sulla restituzione del contributo pubblico. A questo punto, la scelta intelligente dovrebbe essere quella di riscrivere la parte sbagliata, cioè la lettera di invito, e rispedire la lettera ai concorrenti prequalificati, che erano sei. Cioè ricominciare da dove si era arrivati.

Tutto qua?
E le pare poco? Vorrei farle notare che il bando di gara in Pf della Roma-Latina è ante 2016, cioè è in base al vecchio codice, che ancora consentiva l'appalto integrato. Riattivare la procedura in base a quel quadro normativo consente di proseguire su quella strada. Con una nuova gara bisognerebbe invece fare un doppio appalto, uno per la progettazione e uno per la realizzazione.

I suoi colleghi dell'Acer chiedono la realizzazione in più lotti.
So che i colleghi dell'Acer sono per la soluzione pubblica e per la realizzazione in più lotti. Mi pare una scelta molto rischiosa e totalmente paradossale perché aumenta le possibilità che l'opera non si faccia per niente. Io ho sempre ritenuto che le associazioni territoriali dell'Ance debbano puntare allo sviluppo dell'intero territorio e non alla difesa strenua dei suoi associati o alla tutela di lobby ristrette.

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