Appalti

Imprese in crisi, nodi al pettine per Astaldi, Cmc, Condotte. Ipotesi Cdp per creare il «campione nazionale»

di A.A.

Le crisi delle grandi imprese di costruzione si intrecciano e arrivano al dunque in queste settimane. Entro gennaio arriveranno le offerte di Salini Impregilo e la giapponese Ihi per Astaldi, che dovrà poi presentare il piano concordatario al Tribunale il 14 febbraio. I commissari di Condotte hanno concordato con gli advisor e le banche la presentazione del piano in bozza questa settimana e definitivo il 7 febbraio.
Il 7 febbraio era la scadenza anche per Cmc, ma ha annunciato nei giorni scorsi che chiederà al Tribunale di Ravenna una proroga di 60 giorni, dunque 7 aprile.
Queste le partite più calde. I tavoli di crisi del Ministero dello Sviluppo le stanno seguendo una per una, con un ruolo più forte in Condotte, in amministrazione Marzano. Il “tavolo di crisi del settore” annunciato nei giorni scorsi dallo stesso Mise dovrebbe avere un ruolo di semplice consultazione di associazioni di categoria e sindacati, mentre la partita chiave si gioca tra Palazzo Chigi e il Mef. Il ragionamento è quello di coinvolgere Cassa depositi e prestiti in un ruolo di investitore, non solo per il caso Astaldi, ma come regista della creazione di un campione nazionale delle costruzione pubblico-privato, che mantenga in un unico gruppo il meglio della tradizione industriale di Astaldi, Condotte, Grandi Lavori Fincosit, forse anche Cmc Ravenna.

Pietro Salini ha confermato venerdì a Genova che l’ipotesi CdP esiste, e va presa in considerazione. «Perché no? Cdp potrebbe dare una mano, così come possono darla le banche e altri interlocutori. Il nostro è un progetto aperto, di sistema». Ma il ragionamento sarebbe più ampio, l’idea sarebbe quella di costruire intorno a Salini Impregilo un nuovo maxi-gruppo con dentro anche gli altri big. Per ora Salini non sembra entusiasta: anche su Astaldi era finora emersa l’intenzione del numero uno italiano di fare solo un’offerta sul ramo lavori di Astaldi, senza entrare nel capitale e accollarsi i debiti. Ma il pressing del governo potrebbe far cambiare idea a Salini. Che però certamente chiederebbe garanzie e contropartite. Ad esempio certezze sulle concessioni dell’alta capacità: Terzo Valico ma anche Verona-Padova. E più in generale sulle grandi opere, a partire forse dalla Tav Torino-Lione, per la quale dovevano partire gare di lavori per 2,5 miliardi.
E anche garanzie sul fatto che a comandare continuerà a essere lui.

A preoccupare è ora, oltre a Condotte, la coop Cmc, una crisi inaspettata fino ad ottobre scorso e che ora - a quanto si apprende - potrebbe portare all’amministrazione straordinaria Marzano, visto un debito che sarebbe cresciuto a tre miliardi di euro nel gruppo nel corso del 2018.

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