Appalti

Dl Semplificazioni, emendamento unico Lega-M5S sugli appalti. Ance: no retromarce su in house autostrade

di Mauro Salerno

Sarà un emendamento unico al decreto Semplificazioni a portare avanti le istanze di Lega e Cinque Stelle sul pacchetto di modifiche al codice degli appalti. Ad annunciarlo è la senatrice Antonella Faggi, che sta seguendo la partita delle modifiche al decreto legge Semplificazioni in commissione Lavori pubblici per conto della Lega (oggi pomeriggio le prime votazioni). «Abbiamo deciso di far confluire le nostre proposte in un emendamento unico - spiega la senatrice -. Non aveva senso mantenere due proposte distinte, ma molto simili nei contenuti anche nell’articolato». Il riferimento è agli emendamenti presentati all’articolo 5 del decreto dalla stessa senatrice e da Stefano Patuanelli, capogruppo M5S a Palazzo Madama. È sostanzialmente su questo emendamento, dunque, che si giocherà la partita delle correzioni al codice appalti «che noi vogliamo semplificare venendo incontro alle richieste del mercato», dice ancora la senatrice.

L’emendamento dovrebbe riprendere tutti i contenuti delle due proposte “gemelle” di cui abbiamo dato conto nei giorni scorsi. A partire dalla eliminazione della terna dei subappaltatori fino all’aumento a 5,5 milioni della soglia si aggiudicazione dei lavori tenendo conto solo del prezzo (senza valutare aspetti qualitativi, con metodo antiturbativa) e alla conferma dell’appalto integrato per le manutenzioni ordinarie. Ancora da chiarire il destino della norma, contenuta in un emendamento M5S firmato anche da Patuanelli, che vorrebbe limitare ai soli appalti dei Comuni finanziati con i 400milioni distribuiti dal Viminale l’applicazione dell’innalzamento da 40mila a 150mila euro delle soglie per l’affidamento diretto.

Ance contro la revisione del sistema in house dei concessionari
A meno di ripensamenti dell’ultimo minuto nell’emendamento dovrebbe restare anche la revisione del sistema sugli appalti in house dei concessionari che prevede il superamento del sistema di calcolo che impone di affidare con gara almeno l'80% degli appalti (60% nel caso dei gestori autostradali). Sull’emendamento, che propone di concedere ai concessionari la possibilità di realizzare senza gara tutti gli appalti «eseguiti in proprio», si è levata ieri la protesta dei costruttori dell’Ance. «Non possiamo accettare che passi una norma che lede fortemente i principi comunitari e che viola ogni regola di trasparenza e concorrenza», sottolinea il Presidente dell'Ance, Gabriele Buia. Per l’Ance, la norma si presta alle più ampie interpretazioni, rischiando di ridurre a percentuali irrisorie il numero di appalti messi effettivamente sul mercato e finendo in questo modo per essere del tutto in contrasto con i principi europei «che impongono a chi ha preso concessioni senza gara di mettere sul mercato il 100% dei lavori». Il presidente dei costruttori si dice inoltre «sorpreso che la maggioranza possa sostenere una misura come questa che appare del tutto in contrasto con l'orientamento finora assunto dal Governo nei confronti delle concessioni autostradali».

Debiti fiscali: resta lo sbarramento dei 5mila euro
Destinato a saltare invece l’emendamento presentato sempre dalla Lega (con primo firmatario Paolo Arrigoni) che puntava ad allargare le corsie di accesso alle gare d’appalto da parte delle imprese non in regola con i pagamenti di tasse o contributi. L’emendamento mirava a eliminare il vincolo dell’esclusione automatica dalle gare per le imprese con pendenze fiscali e contributive superiori a 5mila euro, legando l’obbligo di estrarre il cartellino rosso (che comunque sarebbe rimasto) non a un importo fisso ma a un valore determinato volta per volta dalle stazioni appaltanti in rapporto al valore del contratto. L’emendamento però non è rientrato tra quelli segnalati dai gruppi, quindi con tutta probabilità non verrà discusso.

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