Appalti

Concessionari, fuori dagli obblighi di gara gli appalti eseguiti in proprio

di Mauro Salerno

Il ministero dello Sviluppo economico proporrà una modifica al codice degli appalti per dare ai concessionari la possibilità di eseguire in proprio gli appalti, senza includere anche queste attività nelle quote di contratti da assegnare con gara. La modifica, annuncia il sottosegretario del Mise Andrea Cioffi, arriverà con un emendamento che sarà presentato in sede di conversione del decreto Semplificazioni.

La modifica va a toccare una corda sensibilissima per società concessionarie (non solo autostradali) e sindacati. Ed è stata al centro di un lunghissimo tira e molla nella fase di stesura e poi di correzione del Dlgs 50/2016. A rimettere in gioco la questione sarebbe, secondo Cioffi, il parere del Consiglio di Stato, espresso lo scorso giugno sulle linee guida Anac (n.11/2018), deputate a regolare la questione di come calcolare le quote di appalto da assegnare obbligatoriamente con gara da parte dei concessionari (60% nelle autostrade, 80% negli altri casi).

Nel parere, il Consiglio di Stato ha escluso che in base alla normativa attuale i lavori eseguiti dai concessionari con mezzi propri possano essere esclusi dal calcolo della quota minima di appalti da assegnare con gara. Una norma con questo scopo, ricorda Palazzo Spada, era anche stata inserita nel correttivo del 2017 (Dlgs 56/2017) nel tentativo di mitigare l’obbligo di esternalizzare l’80% dei lavori «sottraendovi tra l’altro - si legge nel parere - proprio le prestazioni eseguite direttamente dal concessionario».

Il punto che ha spinto Palazzo Spada a bocciare questa possibilità deriva dal principio contenuto nella legge delega che sta alla base del codice del 2016, secondo cui i concessionari hanno due possibilità: affidare con gara o eseguire in house in base alle quote stabilite.

Nello stesso parere, però, Palazzo Spada, pur ribadendo che non ci sono altre strade di interpretazione, sottolinea che la norma presenta alcuni dubbi di costituzionalità. «In particolare - si legge nel parere di giugno - l'obbligo di esternalizzare, per raggiungere la soglia dell'80%, anche attività che potrebbero essere eseguite in proprio avvalendosi esclusivamente della propria organizzazione aziendale, e dei mezzi, strumenti e risorse esclusivamente appartenenti al concessionario, sembra in contraddizione con i principi scaturenti dall'art. 41 cost.», che sancisce la libertà di impresa.

Di qui l’iniziativa annunciata da Cioffi. «Riteniamo - spiega il sottosegretario - che lo spirito della norma sia quello di garantire il massimo livello di trasparenza negli affidamenti. Stiamo lavorando, come suggerito anche nello stesso parere della Commissione speciale, ad una modifica dell'articolo 177 del Codice dei Contratti. Questo per garantire ai concessionari che intendano eseguire direttamente i lavori, di poterlo continuare a fare come in passato». «La modifica - conclude Cioffi - sarà inserita in fase di conversione tramite un emendamento al Decreto legge Semplificazioni».

Le linee guida Anac sull’in house

Il parere del Consiglio di Stato sulle linee guida Anac dedicate agli appalti in house

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©