Imprese in crisi, Salini apre alla «cordata» italiana per il salvataggio di Astaldi
Nuovo tassello nella partita per il salvataggio di Astaldi, il secondo costruttore italiano schiacciato dai debiti e finito in concordato al Tribunale. Salini Impregilo, numero uno in Italia e tra i giganti europei delle grandi opere, apre all’ipotesi di una «cordata» per l’azienda in crisi.
Il gruppo numero uno in Italia con i suoi 6,5 miliardi di fatturato, si è già presentato al capezzale del concorrente: ha recapitato una manifestazione di interesse per l’azienda, ma limitata alla sola gamba delle costruzioni. Ora, però, è arrivata una nuova apertura, con l’idea di un gruppo di più investitori: «Pensiamo di poter aggregare altri partner, anche finanziari» ha annunciato Massimo Ferrari a margine dell’ «Italian Corporale Governance Conference», dove il general manager ha sposato la causa dell’attivismo degli azionisti nelle società quotate come un grande valore per l’Italia e per le sue aziende. Per Astaldi «abbiamo fatto un’offerta, il nostro progetto ha carattere industriale, pensiamo che la soluzione a questa come per altre partite che ci sono in Italia sia solo di carattere industriale». «Non ci sono scadenze immediate - ricorda - ma i tempi devono ovviamente essere brevi. Noi stiamo lavorando intensamente tutti i giorni quindi qualche evoluzione ci sarà».
Dopo la freddezza di Astaldi di fronte all’offerta, la nuova mossa di Salini Impregilo serve a rimettersi al centro del dossier. Il gruppo romano guidato da Paolo Astaldi ha bisogno di nuova liquidità: da tempo sta cercando un finanziamento ponte, si stima attorno ai 150 milioni, per tenere aperti i cantieri (i più sensibili sono il Quadrilatero Umbria-Marche, dove Astaldi è indebitata per 40 milioni; e la Metro 4 di Milano, il cui primo troncone è atteso per il 2021). Nelle settimane scorse Astaldi aveva sondato anche degli alternative lender, dei finanziatori particolari come i fondi opportunisti Apollo, Fortress ed Elliott (proprietario dell’AC Milan e azionista di TIM). Una cordata con Salini capofila potrebbe risolvere tutti i nodi: trovare un azionista industriale e un supporto finanziario.
Due giorni fa, dopo le dichiarazioni del presidente di Intesa Sanpaolo GianMaria Gros-Pietro, favorevole a fusioni nel settore delle costruzioni,il titolo era volato del 23%; ieri si è sgonfiato del 10%. La prossima settimana Astaldi dovrà presentare al Tribunale il piano di rientro coi creditori e probabilmente chiederà una proroga di altri 60 giorni per il documento definitivo.