Appalti

Def/1. Investimenti pubblici ancora in calo quest'anno (-2,2%), poi +18% in tre anni

di Alessandro Arona

Gli investimenti pubblici (investimenti fissi lordi della pubblica amministrazione) scenderanno quest'anno di un altro 2,2%, toccando il minimo storico dell'1,9% rispetto al Pil. Nel Def di aprile (governo Gentiloni) era previsto un +2,5% (valore totale al 2% del Pil), che non si è realizzato. Grazie alle politiche di rilancio previste dall'esecutivo Conte, tuttavia, l'obiettivo del governo è di portare il rapporto investimenti pubblici/Pil al 2,3% nel 2021 e al 3% (com'era prima della crisi) entro la fine della legislatura. È quanto si legge nella Nota di aggiornamento al Def (Nadef), pubblicata dal Ministero dell'Economia giovedì sera (4 ottobre).
Parte della crescita degli investimenti pubblici (pagina 35 del documento) è comunque già prevista a legislazione vigente, per effetto cioè delle misure contenute nelle ultime due leggi di bilancio, pari al +18% in tre anni (si arriverà al 2,0% del Pil), mentre lo specifico effetto delle nuove misure in preparazione non è quantificato in dettaglio (manca cioè la tabella «Conto della Pa, quadro programmatico»). Si calcola solo che aumenterebbe la quota degli investimenti sul Pil dal 2,0 al 2,3% del Pil nel 2021.

INVESTIMENTI PUBBLICI, DIECI ANNI DI CALO
Il rapporto investimenti della Pa/Pil era pari al 2,9% prima della crisi, nel 2007, per poi arrivare al picco del 3,4% nel 2009, con valore assoluto pari a 54,2 miliardi di euro. Da allora il calo è stato costante, con un valore assoluto 2017 di 33,7 miliardi, pari a -36% in valori reali sul 2007. Da tre anni i governi Pd hanno cercato di invertire la rotta, mettendo a disposizione programmi di spesa per le infrastrutture da 140 miliardi di euro. Ma l'effetto sulla spesa effettiva continua a non vedersi.

LE PREVISIONI PER IL 2018
Ad aprile l'ultimo Def del governo Gentiloni prevedeva per quest'anno un aumento del 2,5%, da 33,78 a 34,63 miliardi di euro, tornando al 2,0% del Pil. Ora i calcoli del Mef, nella Nadef, certificano che quell'aumento non ci sarà, e che dopo il -5,6% del 2017 anche quest'anno si chiuderà con un calo degli investimenti fissi lordi pubblici, -2,2% a 33,0 miliardi, scendendo al record negativo dell'1,9% sul Pil.

LE PREVISIONI 2019-2021 A LEGISLAZIONE VIGENTE
Proseguendo nell'analisi "a legislazione vigente", i tecnici del Mef calcolano che dal 2019 la macchina della spesa pubblica per investimenti dovrebbe finalmente ripartire: è previsto infatti un +5,4% nel 2019 (34,8 miliardi di euro in valore assoluto), +7,5% nel 2020 (37.431), +4,0% nel 2021 (38,9 miliardi), anche se il rapporto rispetto al Pil resterebbe stabile (1,9% nel 2019, poi 2,0% nel 2020 e 2021, parlaimo sempre di previsione tendenziale).
Una conferma di questo trend già in corso è venuta nei giorni scorsi dal rapporto Camera dei Deputati-Cresme sulle infrastrutture, che ha segnalato un aumento del 75% in valore, nei primi sei mesi di quest'anno, nelle aggiudicazioni di gare di lavori pubblici, numeri che si dovrebbero trasformare in cantieri dai prossimi mesi al 2019.

IL GOVERNO: SPINTA AGLI INVESTIMENTI PUBBLICI
Ma il governo punta a fare di più, accelerando questa ripresa.
La Nota al Def spiega infatti che il governo ha intenzione: 1) di sbloccare l'ingente massa di risorse già in bilancio per investimenti pubblici (150 miliardi di euro, di cui «118 miliardi possono essere considerati immediatamente attivabili»), tramite semplificazioni nel Codice appalti e nelle procedure approvative delle infrastrutture, e soprattutto con una Task force infrastrutture che dovrebbe monitorare i programmi in corso, e poi supportare le varie Pa nella loro realizzazione; 2) stanziamenti aggiuntivi in bilancio pari a 15 miliardi di euro nei prossimi tre anni, pari allo 0,2/0,3% del Pil all'anno.

Nelle tabelle della Nadef, tuttavia, non ci sono dettagli sugli effetti di queste nuove politiche sul "Conto della Pa". Si legge soltando nella relazione che l'obiettivo del governo è riportare gli investimenti pubblici/Pil al 2,3% nel 2021 (ma non si dice quali siano gli obiettivi per il 2018 e 2019), e al 3,0% (come prima della crisi) entro la fine della legislatura (cioè entro il 2023). C'è perà una previsione circa la crescita delle costruzioni, nella tabella sul "Quadro macroeconomico programmatico" di pagina 32: il settore (compresi scambi immobiliari, in questi dati), che a legislazione vigente è previsto in crescita dell'1,2% nel 2019, poi +1,1 nel 2020 e +1,0% nel 2021, grazie alle nuove politiche del governo dovrebbe crescere del 2,8% nel 2019, 2,6% nel 2020 e 2,0% nel 2021.

La nota di aggiornamento al Def

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