Appalti

Torino-Lione, via libera ai primi due lotti costruttivi (5 miliardi su 9,6). A carico dell'Italia (sul totale) 3,3 miliardi

di Alessandro Arona

La delibera Cipe sulla Torino-Lione del 7 agosto scorso è stata registrata dalla Corte dei Conti il 20 dicembre e pubblicata nei giorni scorsi sulla Gazzetta Ufficiale (testo, costi totali, lotti costruttivi, costi vari, cronoprogramma, spesa per anni).
Come annunciato nell'agosto scorso la delibera autorizza Telt (la società pubblica italo-francese) a realizzare l'opera per lotti costruttivi, dunque a procedere con le gare d'appalto anche in assenza di un finanziamento completo dei lavori; e in particolare il governo Gentiloni ha autorizzato l'avvio del 1° lotto costruttivo, «Tunnel di base» , dal
costo complessivo di 4.492 milioni di euro di cui la quota a carico dell'Italia (compresi fondi Ue pari al 40% del totale) è di 2.563 milioni di euro (c'è poi un lotto costruttivo 3, «Tunnel di base, completamento», da 2.200 milioni di cui 1.274 Italia al momento non finanziato), e del 2° Lotto costruttivo «Opere all'aperto Francia», dal costo complessivo di 568 milioni di cui 328,92 a carico dello Stato Italiano. Per ogni lotto, come noto, la quota a carico dell'Italia è il 57,9% e il 42,1% a carico della Francia, ma l'Unione europea ha versato il 40% sulla tranche di lavori fino al 2019 (813 milioni dalla Ue) e si è in sostanza impegnata a coprire il 40% del costo totale. A questo punto la quota a carico dell'Italia sarebbe pari al 34,74% del totale, e quella francese del 25,26%.

La delibera Cipe fornisce anche un'informazione importante sul costo totale dell'opera . Il noto costo complessivo di 8,6 miliardi di euro in valuta 2012 viene aggiornato in 9,630 miliardi di euro in valori correnti, cioè si stima una rivalutazione annua della spesa pari all'1,5% annuo, che diventano 9,6 mld nel 2030. «La stima è prudenziale - spiega il direttore tecnico di Telt, Maurizio Bufalini - probabilmente alla fine il costo complessivo sarà di meno». La stessa delibera, al punto 8, prevede che il Ministero delle Infrastrutture effettui «tempestivamente» (e si presume: periodicamente) «verifiche relative alla differenza tra tra tasso di aumento effettivo dei prezzi per le grandi opere e tasso di attualizzazione annuo previsto dell'1,5%» annuo rispetto ai costi quantificati al 2012 (gli 8,6 miliardi di euro). Se dunque l'inflazione effettiva nelle grandi opere sarà meno dell'1,5% annuo il costo totale effettivo finale sarà inferiore ai 9,6 miliardi stimati (e viceversa).

Comunque, date per buone le stime di 9.630 milioni fatte da Telt e recepite dal Cipe, la quota a carico dell'Italia è pari a 5.574,21 milioni (nuovo limite di spesa, punto 2 della delibera), somma che con i finanziamenti Ue al 40% scenderà a 3.344 milioni di euro effettivi a carico dello Stato italiano, per la tratta transfrontaliera.

RISORSE DISPONIBILI. Ad oggi, ricorda la delibera Cipe, ci sono per la parte a carico dell'Italia 2.564 milioni di euro stanziati nel 2012 dallo Stato Italiano e 327,86 milioni dalla Ue, in tutto 2.892 milioni su 5.574. Dando per certi i fondi Ue in arrivo, però, la parte che ancora deve stanziare l'Italia è pari a 780 milioni di euro (la quota a carico dell'Italia è di 3.334 mln, ce ne sono 2.564).

BANDI E TEMPI. «A parte qualche piccolo slittamento nei bandi che avevamo previsto tra fine 2017 e inizio 2018 - ci spiega Bufalini - le previsioni principali che avevamo indicato nel roadshow di luglio restano valide. E cioè tutti i bandi di gara di lavori, a partire dai primi due lotti costruttivi, saranno pubblicati tra il 2018 e la prima parte del 2019, e saranno affidati entro il 2019. Parliamo di lavori civili per 6,5 miliardi di euro (costi complessivi) a cui si aggiungeranno in seguito interventi tecnologici per 1,7 miliardi. I lavori di genio civile si concluderanno entro il 2027, quelli per gli apparati tecnologici entro il 2028, e la messa in esercizio è prevista a fine 2029».

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