Appalti

Anas, contenziosi al ralenti ma il Contratto di programma è a una passo dal sì finale

di Alessandro Arona

Procedono a rilento le transazioni tra l'Anas e le imprese di costruzione, autorizzati dall'articolo 49 comma 7 del decreto legge 24 aprile 2017 (convertito con legge 21 giugno 2017, n. 96) per risolvere il mega-contenzioso Anas pregresso, circa 10 miliardi di euro di "petitum" (le riserve iscritte e/o risarcimenti danni richiesti).

Ad ammetterlo è la stessa Anas: «Il contenzioso arretrato è pazzesco - spiega Edoardo Eminyan, direttore Finanza, passato da Terna all'Anas nel luglio 2015 - e visto che siamo ancora costretti a rispettare tutte le procedure burocratiche della Pubblica amministrazione e ad appoggiarci all'Avvocatura dello Stato, i tempi non ci consentono di risolverlo nei tempi auspicati: quest'anno volevamo chiudere e pagare 100 milioni di euro, ci fermeremo a 60 circa».

L'obiettivo di risolvere il contenzioso pregresso è stato posto dal presidente dell'Anas Gianni Armani fin dal 2016, con tre obiettivi: far sbloccare dallo Stato (serviva una norma di legge) i 700 milioni già in bilancio per pagare le imprese; definire una procedura omogenea e rapida che riducesse drasticamente la precedente discrezionalità dei singoli funzionari Anas (ovviamente con rischio di corruzione) e dall'altra desse il chiaro messaggio alle imprese che si voleva fare presto (e sul serio); e infine arrivare velocemente alla fusione con Fs, anche per poter operare con la libertà del privato e dunque agire velocemente anche per i contenziosi.

La norma per sbloccare i fondi e autorizzare le transazioni, annunciata fin dal settembre 2016, è diventata definitiva solo nel giugno scorso (Dl 50 convertito), e rende disponibili in tutto circa 800 milioni (con altri fondi già a disposizione dell'Anas).

Lo stesso articolo 49 del decreto, d'altra parte, imponeva una perizia che verificasse la sufficienza degli 800 milioni per chiudere il contenzioso con le imprese. La perizia ha riconosciuto che tali risorse sono sufficienti, rispetto alle richieste delle imprese (petitum), i circa 10 miliardi di euro. L'obiettivo Anas è di riconoscere in media l'8% del petitum (contenzioso giudiziario e riserve iscritte). Le imprese, invece - ammettono all'Anas - puntano in media al 12%, anche se al momento il problema principale sembra la lunghezza dei tempi.

Circa l'omogeneità delle procedure - spiega il direttore finanza Edoardo Eminyan - «l'abbiamo fatto, abbiamo elaborato un Piano straordinario per la soluzione del contenzioso, compreso un riesame degli accordi bonari precedenti. Ma i funzionari preposti restano soggetti alle regole della Pa, dunque al rischio di danno erariale, e le procedure sono lente, elefantiache, compreso l'obbligo di avvalerci dell'Avvocatura dello Stato, che spesso ha altre priorità e ci fa aspettare. Tra i vantaggi della fusione nel gruppo Fs ci sarà anche quello di una gestione più efficiente del contenzioso, con libertà di rivolgerci ad avvocati esterni e probabilmente anche una maggiore forza, derivante dall'essere in un grande gruppo, nel rispondere a comportamenti opportunistici delle imprese. Ad oggi, purtroppo, il contenzioso Anas è ancora lontano dall'essere risolto».

Il piano per arrivare all'integrazione di Anas nel Gruppo Fs, comunque, procede, seppure con tempi più lunghi del previsto. La perizia sul contenzioso è stata fatta, quella che deve attestare l'invarianza dell'operazione per i conti pubblici è in arrivo, e l'esito sarà anche in questo caso positivo. Infine - terza condizione posta dall'art. 49 del Dl 50 - sta per essere perfezionato il Contratto di programma Stato-Anas 2016-2020, approvato dal Cipe il 7 agosto: la delibera dovrebbe andare in Gazzetta a breve, poi seguirà un cda straordinario dell'Anas e la firma del presidente Armani con il Ministero delle Infrastrutture.

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