Appalti

Nuovo Codice/3. I «manger della sostenibilità» (Csr) promuovono il Dlgs: bene i rating di Pa e imprese

di A.A.

Pluaso al nuovo Codice degli appalti (Dlgs 50/2016) dal CSR Manager Network Italia , l'associazione nazionale che raduna i professionisti che presso ogni tipo di organizzazione (imprese, fondazioni d'impresa, società professionali, P.A., enti non profit) si dedicano, full-time o part-time, alla gestione delle problematiche socio-ambientali e di sostenibilità connesse alle attività aziendali.

CSR Manager Network ha evidenziato - in un comunicato e un position paper - «la portata innovativa dell'impostazione adottata in materia di appalti dalle direttive europee del 2014. Esse pongono al centro dell'attenzione il tema della qualità degli approvvigionamenti, integrando gli elementi economico-concorrenziali con considerazioni di ordine ambientale e sociale in diverse fasi del processo di acquisto: dalla definizione qualitativa del fabbisogno, all'individuazione del fornitore più affidabile e performante, dal controllo e valutazione della prestazione fornita alla generazione di esternalità ambientali e sociali positive o alla riduzione di quelle negative».

Csr ha apprezzato, nel position paper, le innovazioni del Codice sulla preminenza data all'offerta più vantaggiosa (qualità-prezzo) tra i criteri di aggiudicazione (divieto di massmo ribasso sopra un milione di euro per i lavori), sulla qualificazione delle stazioni appaltanti, sul rating reputazionale per le imprese.

«Riteniamo che tali elementi innovativi debbano essere salvaguardati durante il processo di piena attuazione della norma, che inizia proprio oggi, alla luce del recente recepimento delle Direttive nella legislazione italiana» - ha dichiarato Fulvio Rossi, presidente di CSR Manager Network e CSR Manager di Terna SpA – «Auspichiamo la piena comprensione dell'importanza di tali principi per il Sistema Paese da parte di tutti i soggetti coinvolti, pubblici e privati, che ora hanno davanti la sfida di affrontare un radicale mutamento di scenario nell'ambito degli appalti».

L'associazione che raggruppa i manager e i professionisti italiani evidenzia con convinzione i motivi che rendono il recepimento delle Direttive una vera a propria opportunità per il Sistema Paese in tre ambiti:
- per lo sviluppo sostenibile, perché favorisce un cambio di paradigma produttivo verso una maggiore compatibilità tra crescita economica, tutela dell'ambiente e giustizia sociale
- per lo Stato, perché riduce la necessità di intervenire ex post con costosi rimedi sul piano della cura dell'ambiente e dell'assistenza sociale e perché riduce i costi pubblici nel medio-lungo termine, a parità di altre condizioni
- per il sistema produttivo italiano: esso, già caratterizzato da forme di alta qualità fondamentali per competere in un'economia globalizzata, potrebbe sviluppare eccellenze anche sotto il profilo della sostenibilità, eccellenze sempre più richieste come requisiti nelle gare internazionali, anche a seguito della crescita del consumo consapevole.
Particolarmente rilevante sarebbe l'impulso alla crescita delle capacità competitive della PMI, il cui tessuto costituisce uno degli assi portanti della produttività nazionale.

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