Appalti

Subappalto, massimo ribasso, progettazione: dal Parlamento trenta correzioni al codice

di Giorgio Santilli

Sono già una trentina le correzioni al nuovo codice degli appalti suggerite da una prima “griglia” di proposte messa a punto dal relatore al Senato, Stefano Esposito, che si può considerare il padre della legge delega insieme al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio.

Il parere parlamentare , che le commissioni Lavori pubblici dovrebbero esprimere congiuntamente, ha proprio il compito di riportare il decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri alla lettera e allo spirito della delega parlamentare nei punti in cui se ne discosta. Per mercoledì 30 è prevista l'audizione di Delrio, il parere dovrebbe arrivare entro l'8 aprile.

La novità più rilevante rispetto al testo messo a punto dalla «commissione Manzione» e approvato dal governo dovrebbe essere il superamento della liberalizzazione del subappalto: la griglia di Esposito converge con il prefetto fortemente negativo espresso dal presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone. L'esito più probabile è il ripristino dell'attuale tetto del 30%, che il nuovo codice “salva” soltanto per le categorie superspecialistiche. Anche il ministro Delrio ha fatto capire di essere disponibile alla manovra ma l'audizione di oggi dovrebbe chiarire dettagliatamente la posizione del ministro.

Un altro punto qualificante della griglia di Esposito è la revisione al ribasso delle soglie sotto il quale sono consentiti il massimo ribasso e le deroghe all'obbligo di utilizzare i componenti delle commissioni aggiudicatrici estratti dall'albo formato presso l'Anac.

Esposito proporrà nella sua bozza di parere anche un rafforzamento del débat public, dei concorsi di progettazione, della centralità del progetto, della possibilità per l'Anac di dettare prezzi di riferimento nelle forniture. Anche per gli affidamenti in house c'è bisogno di una disciplina più organica e meno dispersiva, mentre un chiarimento viene ipotizzato per il periodo transitorio, per l'intervento dell'Anac in fase di precontenzioso e sulla questione spinosa della destinazione delle somme incassate dall'Anac per le sanzioni erogate a imprese e stazioni appaltanti. La norma era stata inserita a sorpresa in Consiglio dei ministri con destinazione Mit, poi la Ragioneria in sede di bollinatura aveva preteso che le somme fossero destinate genericamente al bilancio statale. Esposito propone di tornare all'ipotesi di un fondo del ministero delle Infrastrutture che consenta di lasciare queste somme al settore.

Resta da chiarire un riferimento che fa la griglia al l'incentivo del 2%, ma sembra escluso che la richiesta di estensione “ai dirigenti e ad alte attività tecniche” possa significare un ritorno della destinazione dell'incentivo alla progettazione. Sarebbe l'azzeramento di una delle norme più innovative dell'intero codice, una vera e propria controrivoluzione. Su questo Esposito rassicura che, nonostante le molte pressioni, non si tornerà indietro.

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