Appalti

Codice appalti, Esposito: «Modifiche necessarie su subappalti e fase transitoria, il Dlgs è andato oltre la delega»

di Giuseppe Latour

«Dal parlamento mi aspetto pareri particolarmente incisivi». Mentre il nuovo Codice appalti si prepara ad andare in Consiglio dei ministri, Stefano Esposito, relatore della legge delega in Senato, sta già studiando le bozze del provvedimento. Se tutto andrà secondo i piani, dopo l'ok del Cdm tra giovedì e venerdì, la commissione Lavori pubblici del Senato e quella Ambiente della Camera saranno chiamate a pronunciarsi sul testo a partire dalla prossima settimana. Sono molti i passaggi già finiti nel mirino: project financing, concessioni, general contractor, subappalti e, soprattutto, fase transitoria.

«Sto leggendo le bozze in queste ore, non si tratta di un lavoro semplice. Però, da una prima impressione, posso dirle che abbiamo fatto bene a prevedere il doppio parere», Stefano Esposito spiega con questa battuta qual è l'aria che tira in questa fase. Il nuovo Codice andrà certamente ritoccato in molti punti, dal momento che il testo presenta diversi problemi. Anche se, spiega il senatore, «va fatta una distinzione. Ci sono diversi errori che, però, penso siano meramente tecnici. Su questi andrà fatto un lavoro già prima di giovedì prossimo». Ad esempio, la bozza andrà ripulita da una serie di rimandi ad altri provvedimenti che, secondo Esposito, sono superflui.

Oltre a questi problemi, però, ci sono dei veri e propri nodi politici, da affrontare con più attenzione. «Sono molti i punti sui quali voglio capire meglio le scelte che sono state fatte. Penso al project financing, alle concessioni, alla disciplina del general contractor. Sto mettendo a punto diverse osservazioni». Le partite più delicate, stando a quello che dice Esposito, saranno però soprattutto due. La prima riguarda i subappalti: la bozza che sta circolando non prevede limiti alla subappaltabilità. I sindacati hanno già attaccato il Governo, sottolineando i possibili rischi collegati a questa formulazione.

«Devo capire meglio le ragioni della scelta - dice il senatore -. Si tratta di un tema che presenta profili delicatissimi legati alla sicurezza del lavoro e alle infiltrazioni mafiose. Comunque, ho l'impressione che il Codice sia andato troppo in là rispetto alle indicazioni della legge delega».

Il secondo tema spinoso è la fase transitoria. Tutto nasce, in questo caso, dalla scelta di operare un'abrogazione secca del vecchio Codice e del vecchio regolamento, già a partire dal prossimo 18 aprile. Un taglio che potrebbe generare problemi notevoli per gli operatori. «Capisco che il coordinamento di due diverse discipline in tempi così stretti non sia facile, certamente però andranno fatte delle correzioni». Le commissioni verificheranno con attenzione l'impatto delle novità, per evitare problemi applicativi. Nessun rischio, invece, sul fronte dei tempi. «Avremo più di un mese per lavorarci, ma è un testo che conosciamo. Quindi, non avremo difficoltà a chiudere tutto entro il 18 aprile».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©