Appalti

Entro aprile il decreto unico, dalla commissione Manzione 120 articoli per riscrivere il codice

di Giuseppe Latour

Chiudere la partita entro il 18 aprile. Con la legge delega ormai pronta per andare in Gazzetta ufficiale, entra nel vivo il capitolo conclusivo della storia infinita della riforma appalti: la preparazione del nuovo Codice dei contratti pubblici che, dopo quasi due anni, chiuderà il percorso di recepimento delle direttive europee. La commissione di Palazzo Chigi sta lavorando da mesi sul testo e ha già pronte le prime bozze. Come ha confermato anche il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, l'ipotesi di procedere con due provvedimenti distinti è stata accantonata, perché avrebbe portato più problemi che vantaggi: il Dlgs sarà unico e arriverà entro il termine di aprile, riorganizzando completamente la materia. Sarà un testo leggero, con poco più di un centinaio di articoli. Anche se resta aperta la strada di un correttivo, da emanare entro un anno. Senza contare il regolamento di attuazione Mit-Anac.

La legge spiega che il Governo è delegato ad adottare, entro il prossimo 18 aprile, un decreto legislativo per l'attuazione delle tre direttive europee e, in aggiunta, entro il 31 luglio 2016 un secondo decreto per il riordino complessivo della materia. Oppure, in alternativa, potrà chiudere la partita con un solo provvedimento, il prossimo 18 aprile, senza far ricorso al doppio binario. In ogni caso, a valle di ciascuno dei decreti in questione, entro un anno sarà possibile emanare un decreto integrativo e correttivo, per mettere a posto eventuali imprecisioni. In sostanza, l'esecutivo ha mano libera in fase di attuazione: potrà limitarsi a un solo provvedimento oppure, sfruttando al massimo le prerogative della legge delega, potrà arrivare fino a quattro testi.

Queste solo le opzioni formalmente a disposizione, ma la sostanza è ben diversa, come ha confermato anche il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio: il recepimento sarà affidato a un solo decreto, per evitare problemi di sovrapposizioni e difficoltà di scrittura. Il recepimento in due fasi, in sostanza, avrebbe provocato solo incertezze per il settore e problemi in fase di lavorazione del testo. Resta, invece, aperta l'opzione del decreto correttivo che, se i tempi saranno rispettati, potrebbe arrivare entro aprile del 2017.

Questo il calendario. I tempi, insomma, sono strettissimi. Così, mentre era ancora in corso la scrittura della delega, è già iniziato da tempo il lavoro sul recepimento. Del provvedimento si sta occupando una commissione di 19 esperti, insediata presso Palazzo Chigi e guidata dal capo dell'ufficio legislativo della presidenza del Consiglio, Antonella Manzione. Ci sono dentro esperti del Mit, di Palazzo Chigi, dell'Anac, del ministero dell'Economia, dei Beni culturali, dello Sviluppo economico e dell'Ambiente. Il gruppo si è formalmente insediato a settembre e, da allora, ha già messo insieme una prima bozza. In attesa che il testo si assesti, per adesso risulta evidente soprattutto un elemento: la volontà di licenziare un provvedimento leggero. Palazzo Chigi si sta orientando per un Codice lungo poco più di cento articoli.

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