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Il Sole 24 Ore vince sul diritto d’autore in rassegna stampa

Agcom: L’Eco della Stampa deve rimuovere tutti gli articoli del quotidiano

di Andrea Biondi

La questione nello specifico riguarda Il Sole 24 Ore e L’Eco della Stampa, una delle principali società di rassegne stampa. Ma la pronuncia a favore del gruppo che edita questo giornale apre scenari di enorme rilevanza all’interno di una contesa annosa che vede schierati, gli uni contro gli altri, da una parte gli editori e dall’altra alcune società di media monitoring che con le loro rassegne stampa propongono ai loro clienti articoli su articoli dei quotidiani nazionali e locali.

L’Agcom ieri ha battuto un importantissimo colpo a favore del Sole 24 Ore ma anche, per estensione, di tutto il mondo degli editori. Come segnalato dall’agenzia Radiocor il Consiglio dell'Autorità garante per le comunicazioni ha disposto che uno dei principali operatori specializzati nelle rassegne stampa, L’Eco della Stampa, dovrà rimuovere entro due giorni dal proprio servizio stampa e dai propri archivi gli articoli del quotidiano economico-finanziario che riportano l’indicazione della “riproduzione riservata”.

La vittoria del Sole 24 Ore, assistito dallo studio legale Portolano Cavallo, è stata riportata contro un big delle rassegne stampa: 17,9 milioni di euro di ricavi a fine 2018 (ultimo bilancio disponibile); 2,6 milioni di euro di utile (seguiti ai 2,4 milioni dell'esercizio precedente); oltre 4mila clienti dichiarati sul proprio sito.

Quella che è stata contestata dal gruppo editoriale, e riconosciuta da Agcom, è in sostanza la violazione da parte di L’Eco della Stampa della disciplina in materia di copyright. E ordinando la rimozione degli articoli l’Autorità nei fatti è andata a riconoscere la necessità di un consenso dell’editore anche nel caso delle riproduzioni finalizzate alla rassegna stampa. In definitiva, infatti, a essere chiamato in causa è l’articolo 65 della Legge sul diritto d’autore che consente la riproduzione degli articoli, con citazione della fonte, nelle rassegne stampa con esclusione di quelli coperti da “riproduzione riservata” per i quali è sempre richiesto il consenso degli editori.

La questione, come detto, è annosa. Negli ultimi decenni le corti italiane sono state più volte chiamate ad applicare le norme relative alla riproduzione non autorizzata di articoli di giornale e a chiarirne la portata con riferimento all’attività di rassegna stampa, specie alla luce delle evoluzioni tecnologiche. La Corte di Cassazione (Cassazione civile sez. I, sentenza n. 20410 del 20/09/2006) ha confermato l’indirizzo costante della giurisprudenza – salvo per una decisione isolata del Tribunale di Roma – secondo cui non è consentito pubblicare nell’ambito di rassegne stampa un articolo laddove il titolare dei diritti (e quindi l’editore) se ne sia riservato la riproduzione.

Per risolvere la questione delle rassegne stampa anni fa era nata anche un’iniziativa da parte della Fieg che ha creato la società Repertorio Promopress per raccogliere e distribuire agli editori il pagamento da parte delle società di media monitoring del dovuto per il diritto d’autore. La maggior parte delle società che offrono servizi di rassegna stampa ha riconosciuto il diritto degli editori di essere remunerati per l’uso dei propri articoli. Ma dalla partita si sono subito chiamate fuori le due principali società: L’Eco della Stampa e Data Stampa che, da sole, valgono circa l’80% del mercato.

L’intervento di Agcom, relatore il commissario Francesco Posteraro, ora rappresenta un precedente importantissimo che riguarda nella fattispecie L’Eco della Stampa ma nei fatti va a rivestire una valenza generale, applicabile alle varie società di media monitoring. Del resto, il tema delle rassegne stampa è stato sollevato in più occasioni dagli editori, posizionati davanti al paradosso di articoli che circolano nei computer di aziende e ministeri ma per i quali, nel caso di Eco della Stampa e Data stampa, non c’è corresponsione economica.

Va detto anche che la pronuncia del consiglio dell’Agcom arriva in un momento in cui gli editori sono impegnatissimi sul fronte della tutela del diritto d’autore. Ne sono una testimonianza anche l’esposto della Fieg all’Agcom contro i canali Telegram per gli articoli pirata che ha portato dapprima all’intervento dell’Autorità e poi a quello della Procura di Bari con la chiusura di 20 canali che liberamente e allegramente diffondevano Pdf “pirata” di quotidiani e periodici. Situazione intollerabile, soprattutto alla luce dell’impatto dell’emergenza coronavirus. La Federazione degli editori ha stimato un colpo da almeno 400 milioni nel primo semestre dell’anno

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