Imprese

La ceramica gioca la carta della sostenibilità per lo sviluppo

di Ilaria Vesentini

l 99,5% degli scarti di produzione e depurazione viene riutilizzato all’interno del ciclo produttivo e oltre l’8% delle materie prime arriva dalla parte di materiali solidi riciclati. Il 99% delle polveri e il 90% delle emissioni di piombo e fluoro è abbattuto negli impianti di depurazione. Il consumo di energia è stato tagliato del 40% nelle ultime tre decadi. Quasi il 24% delle merci in entrata e in uscita si sposta su ferro (più del doppio della media nazionale). E il distretto di Sassuolo ha il primato europeo per diffusione del marchio Ecolabel, con 10mila linee di prodotto certificate. Sono solo alcuni dei numeri della filiera ceramica italiana messi nero su bianco nel primo rapporto “L’industria ceramica italiana per l’Agenda 2030 Onu Sustainable Development Goals (SDGs)”.

Un report pilota in Italia nel settore industriale, commissionato da Confindustria Ceramica alla società di ricerca modenese Focus Lab, per mappare la corrispondenza delle azioni del comparto rispetto ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, articolati nei 169 target da raggiungere entro il 2030 – in base all’accordo sottoscritto nel settembre 2015 da 193 Paesi – riclassificando i progetti in base a un approccio che mette sullo stesso piano scelte ambientali, sociali ed economiche. «Il Report è una ricognizione su un settore che, da oltre 40 anni, ha messo la sostenibilità al centro delle proprie iniziative - sottolinea il presidente di Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani - sia attraverso iniziative di singole aziende, sia con azioni comuni dell’intero settore. Se agli inizi il tema era la semplice riduzione dell’inquinamento, oggi si è sviluppata una maggiore coscienza su tutti i temi e gli ambiti della responsabilità sociale di impresa verso tutti gli stakeholder, dipendenti, clienti, fornitori».

Sono 55 i progetti del settore ceramico finiti sotto la lente di Focus Lab, una delle poche B Corporation italiane, specializzata sui temi della sostenibilità. Ventitré dei 55 progetti rientrano nel Goal 12 sui Modelli sostenibili di produzione e di consumo, sette progetti nel Goal 9 (Innovazione sostenibile), sei nel Goal 8 (Crescita economica inclusiva e duratura con piena occupazione e lavoro dignitoso per tutti) e gli altri si distribuiscono su ulteriori sei obiettivi dei 17 dell’Agenda 2030, in diversi casi influenzando più ambiti contemporaneamente. «Questo primo check-up evidenzia che esiste un diffuso orientamento verso gli obiettivi di sostenibilità nel settore ceramico - sottolinea l’ad di Focus Lab, Walter Sancassiani -. Manca però spesso nelle aziende la consapevolezza del valore di questi investimenti, che hanno un grande impatto in termini non solo di reputazione e trasparenza ma anche di opportunità commerciali in un mercato globale sempre più sensibile ai temi green e di equità sociale. Terminata questa fase di self-assessment e di benchmarking è importante ora passare alla fase due, per mettere in pista azioni correttive e migliorative attraverso una governance chiara e sistemi di misurazione dei traguardi raggiunti. In questa direzione potrebbe essere utile una guida per il settore che aiuti l’applicazione operativa dei 17 SDGs».

«È dal 2012 che collaboriamo con Confindustria Ceramica sui temi della sostenibilità ambientale attraverso uno specifico protocollo operativo che impegna le aziende a trasmettere ogni anno i dati sui parametri ambientali e le emissioni che poi confluiscono in un Rapporto ambientale di settore», sottolinea Paola Gazzolo, assessore alle Politiche ambientali della Regione Emilia-Romagna. La sensibilità ai temi green del comparto si misura non solo dalle performance avanzate raggiunte per tutti e 35 gli indicatori ambientali monitorati dalla Regione e confluiti nel Report sugli SDGs, ma dai continui investimenti in tecnologie per le lastre sottili, il digitale, gli inchiostri organici, che stanno portando a ridurre drasticamente il fabbisogno idrico, energetico, di materie prime e prodotti chimici. «La ceramica si conferma uno dei più importanti motori della nostra economia – rimarca Gazzolo – perché con le sue oltre 90 imprese dà lavoro a più di 18mila persone, esporta quasi 4 miliardi di euro l’anno. Ed è il nostro fiore all’occhiello per la certificazione Ecolabel: il 91% delle imprese certificate in Italia è emiliano-romagnolo».

Conclude il presidente Savorani: «Nel futuro dovremo prendere maggiormente coscienza degli obiettivi Onu e sviluppare ulteriori azioni in questa direzione. E avviare politiche di comunicazione che, a partire dal prossimo Cersaie, dovranno raccontare questa eccellenza affinché gli acquisti premino i prodotti e le imprese attente al futuro del pianeta».

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