Fisco e contabilità

Bim, la progettazione digitale taglia fuori periti e geometri

di Giuseppe Latour

Geometri e periti non laureati non potranno conseguire le nuove certificazioni legate al mondo della progettazione in Bim (Building information modeling), il metodo di pianificazione, realizzazione e gestione di costruzioni tramite aiuto di software, che sta progressivamente diventando obbligatorio negli appalti pubblici italiani.

A rivelare la limitazione, destinata a orientare in maniera decisa a favore di architetti e ingegneri un mercato in forte espansione, è una circolare di Accredia (Ente italiano di accreditamento) del 15 marzo (8/2019), intervenuta per dare indicazioni sulle modalità di applicazione delle nuove norme Uni (l’Ente italiano di normazione) in materia.

Questa normazione tecnica - va ricordato - prende le mosse dalla legge 4 del 2013, in tema di professioni non organizzate, che dedica l’articolo 6 all’autoregolamentazione volontaria e alla qualificazione dell’attività dei soggetti che esercitano le professioni non regolamentate. La certificazione di queste prestazioni può basarsi su norme tecniche, che ne definiscono i contorni.

Proprio qui si inserisce la norma Uni 11337-7, resa disponibile da poche settimane, che disciplina le nuove figure professionali legate al Bim. Anche se non deve essere rispettata in maniera obbligatoria, questo tipo di regolazione ha ovviamente la funzione di orientare il mercato.

La circolare di Accredia del 15 marzo ha così dato indicazioni sulle modalità con le quali gli Organismi di certificazione dovranno procedere a qualificare i nuovi profili professionali. Rivelando alcuni dettagli molto interessanti.

Con lo sviluppo del Bim, «si presenta sul mercato - secondo quanto si legge nel documento - l’opportunità di svolgere un’attività professionale che richiede specifiche competenze».

La certificazione professionale, basata su uno schema sviluppato in conformità con la norma Uni Cei En Iso/Iec 17024 e valutata da un Organismo terzo e indipendente accreditato «permette di documentare in modo oggettivo la propria competenza».

Concretamente, allora, vengono regolate le commissioni esaminatrici e vengono definiti i profili di quattro nuove figure professionali:

1) il Bim specialist, che si occupa dell’utilizzo del software per la realizzazione di un progetto in Bim e dello sviluppo del modello 3D;

2)  il Bim coordinator, che coordina i Bim specialist coinvolti nel progetto;

3)  il Bim manager, che gestisce e aggiorna periodicamente le linee guida di organizzazione sulla gestione informativa per tutte le discipline legate al Bim;

4) il Cde manager, che gestisce l’ambiente in cui avviene lo scambio di informazioni tra i diversi attori che partecipano al progetto.

Per ottenere queste qualifiche bisognerà conseguire una certificazione che avrà durata quinquennale e sarà sottoposta a sorveglianza annuale. Il momento centrale sarà un esame con una prova scritta, una prova orale e una prova pratica, nella quale affrontare un caso di studio differenziato per ogni figura professionale. Per tutti questi profili, poi il candidato «dovrà dare evidenza di aver sviluppato almeno un progetto in Bim».

Non tutti, però, potranno essere ammessi all’esame di certificazione. Ci sono, sul punto, alcune regole piuttosto stringenti.

Il candidato dovrà, infatti, documentare alcuni requisiti minimi, come gli anni di esperienza generica in area tecnica o gli anni di esperienza specifica con il metodo Bim.

Soprattutto, però, servirà un grado di istruzione pari a una «laurea magistrale o quinquennale di laurea specialistica, conseguita secondo gli ordinamenti didattici vigenti al momento, ed iscrizione ai relativi albi professionali».

In sostanza, quindi, sono esclusi dalla certificazione, anche per le figure più semplici legate al Bim, sia i geometri che i periti che non siano laureati.

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