Il CommentoUrbanistica

Roma deve andare oltre l’ordinaria amministrazione, servono opportunità di sviluppo

di Giorgio Santilli

Governare Roma, saperla amministrare superando degrado e malaffare è la priorità che si è scelta la sindaca Raggi. Giusto, ma non basta. Oggi bisogna cogliere tutte le possibilità di rilancio della città. Non si può dire “no” senza spiegare per quali progetti e quali risorse passa lo sviluppo.

La sindaca di Roma Virginia Raggi ha più volte richiamato, nel motivare il "no" alle Olimpiadi, la priorità che l'attuale giunta intende dare alla risoluzione delle principali emergenze della città, dalla gestione dei rifiuti ai servizi di trasporto, dalla lotta alla corruzione alla trasparenza dell'amministrazione.

Non c'è dubbio, in effetti, che saper amministrare una città difficile e con un pregresso molto grave come Roma è oggi la sfida fondamentale per la sindaca neoeletta. Al tempo stesso, però, oltre alla capacità amministrativa che la sindaca deve dimostrare già nelle prossime settimane (di tempo se ne è perso fin troppo in questo avvio di mandato), c'è un'altra capacità che la sindaca non può trascurare per vincere la sua battaglia con Roma e per Roma: quella di cogliere tutte le possibili opportunità per un progetto di rilancio e di sviluppo della Capitale.

Opportunità in termini di progetti, di risorse finanziarie, di accelerazione amministrativa, di innovazione, di occasione per rilanciare l'immagine di una città che è e resta una delle grandi Capitali del mondo. Raggi ha bollato ieri la grande opportunità dei Giochi olimpici come «le Olimpiadi del mattone». Ma il sindaco non può temere un evento per gli effetti rischiosi che può comportare in termini di degrado e di debito.

Valeva forse la pena, invece, di mettersi alla testa del progetto, almeno di guardarci dentro e sperimentarne tutte le potenzialità, di battersi per farne un proprio progetto, e non quello del mattone o delle lobby. Valeva forse la pena, per Raggi, tentare di calare in quel progetto le sue priorità, come era parso a un certo punto quando aveva presentato un progetto di riqualificazione e recupero di centinaia di impianti sportivi della città. Non si può avere paura della straordinarietà dell'intervento in sé, del rischio che possa sfuggire di mano perché questo non aiuta una città a riprendere coraggio e orgoglio, a recuperare la via della crescita tradita.Rischia di rivelarsi un'illusione - che sarà pagata con un prezzo molto grave - quella di accontentarsi della ordinaria amministrazione, della gestione ordinaria della città, sia pure con contenuti e messaggi di rottura e discontinuità.

Le città italiane oggi soffrono di carenza di risorse, di una macchina amministrativa ingolfata e lenta, di periferie lontane e degradate, di gravissime carenze progettuali e senza catalizzatori in grado di rimettere in moto tutto questo, governare non sarà affatto facile. E ancora meno sarà facile fare quel salto di qualità nella gestione della città che pure si dice di volere. Se poi nelle ambizioni c'è - come pure deve esserci - offrire una sponda alla realtà economica della città per rilanciarla, rifondarla, sostenerla in uno sforzo di investimento, il rischio che l'ordinaria amministrazione non basti si fa molto più elevato.Si è citato in queste ore l'esempio di Mario Monti, che pure disse no alle Olimpiadi per Roma da primo ministro.

L'esempio non calza. Allora eravamo a un passo dall'Argentina, dal crac finanziario e in quell'occasione la scelta fu giusta. Oggi il male di Roma e dell'Italia è il rischio di avvitarsi in una spirale senza crescita. Oggi la sfida è lo sviluppo, il rilancio degli investimenti, la fiducia in noi stessi. Forse non servono necessariamente i grandi eventi (che vanno governati e non demonizzati) ma almeno si dica quali sono i progetti con cui quella strada si può riprendere. Dire "no" e stare fermi sarebbe il peggiore dei mali.