Urbanistica

Superbonus per efficienza e anti-sismica, voi ci credete? Io «ni»

Un incentivo di questo tipo sarebbe un incredibile booster per il settore. Ma che ne diranno i guardiani delle casse dello Stato?

di Mauro Salerno

Suggerimento non richiesto a imprese e contribuenti che hanno già fatto la bocca al superbonus per le ristrutturazioni finalizzate a migliorare l'efficienza energetica o la resistenza sismica delle case: prima di stappare la bottiglia, aspettiamo di vedere le norme finali nero su bianco. Si parla di un "bazooka" per i cantieri accostando l'incentivo, annunciato dal sottosegretario Riccardo Fraccaro, alla metafora usata per definire le manovre di Quantitative easing inaugurate dalla Bce di Mario Draghi.

Se le cose resteranno nel perimetro ampio con il quale sono state annunciate il paragone - con le debite proporzioni - potrebbe anche non essere fuori luogo. Un credito di imposta del 110% della spesa sostenuta da chiunque metta in campo un progetto di recupero di un'abitazione o di un intero fabbricato senz'altra limitazione che quella di migliorarne la classe energetica o la classe di resistenza al terremoto avrebbe senza dubbio l'effetto di una "bomba" per il settore e forse anche per la riqualificazione delle città.La promessa non è solo quella di far recuperare la spesa in cinque anni (la metà del tempo previsto per le ristrutturazioni semplici, come già accade in alcuni casi) ma soprattutto quella di permettere la cessione del credito a banche o ad altri intermediari senza il bisogno di tirare fuori un euro. Anzi guadagnadoci , si potrebbe dire. Il bonus, infatti, supererebbe il valore della spesa. Anche se quel surplus va piuttosto inteso come incentivo a sobbarcarsi il credito da parte delle imprese ,che in questo modo potrebbero dopo girarlo alle banche "scontando" l'eccedenza, senza incidere sui margini dell'operazione.

Di fronte a questo scenario e alla possibilità di cumulare il nuovo bonus con le agevolazioni (fino a diecimila euro) per l'acquisto dei mobili e/o addirittura con eventuali premi di cubatura previsti dalle varie norme locali sul piano casa ditemi voi chi - una volta superati rischi e fobie da Covid - non si metterebbe a chiamare architetto/ingegnere e impresa di costruzione per programmare i lavori. Paga tutto lo Stato...

Il punto è qui. Bonus con alti tassi di rimborso (fino all'85% della spesa ) per la ristrutturazione sismica o la riqualificazione energetica degli edifici sono in campo da anni. Alcuni sono decollati solo in parte - in particolare quelli per gli interventi di prevenzione dei terremoti - perché percepiti come un sovrappiù da parte dei proprietari delle case.

I bonus operativi per efficienza energetica e anti-sismica sono già sostanziosi, ma nella visione "comune" servono a risparmiare qualche euro sulla bolletta o a mettersi al sicuro rispetto a un terremoto che magari non arriverà mai. Mentre la fattura dell'impresa con migliaia di euro da sborsare brevi manu arriva domani mattina. Se non c'è davvero bisogno di riammodernare strutture e impianti per ragioni di sicurezza, di salubrità o di obsolescenza degli ambienti, lavori di questo tipo generalmente vengono rinviati.

Ecco perché alcune di queste misure, con l'eccezione dell'utilizzatissimo bonus sulle ristrutturazioni semplici (50% Irpef + 10% Iva) e del bonus infissi finché è rimasto al 65%, hanno funzionato meno di quanto ci si aspettava all'inizio.

Ovvio, visto che si tratta di incentivi parziali, per quanto ricchi, destinati a interventi non comuni. Ma se invece la copertura delle spese è più che totale, cioè non paga il beneficiario, ma qualcun'altro senza neppure bisogno di anticipare un euro, c'è seriamente da temere l'ingolfamento dell'ufficio permessi di ciascuno degli 8mila campanili italiani

E qui si torna al punto. Se tutti ci mettiamo ad aprire cantieri pagati dall'Erario l'edilizia e le città si risollevano di certo. Ma le casse dello Stato reggono?

Qualcuno ha calcolato in qualche centinaio di miliardi la spesa necessaria per mettere in sicurezza gli edifici italiani dal rischio terremoto.

Se l'orizzonte è davvero questo, anche in tempi in cui è necessario affidarsi a politiche espansive, diventa impossibile non domandarsi come una manovra di questa dirompenza possa resistere all'esame dei tecnici rimasti , nonostante tutto, a guardia dei conti dello Stato. E se, invece, non è più credibile che alla fine verrà introdotto uno qualunque dei paletti (per esempio l'impossibilità di cedere il credito alle banche, la previsione di bassi tetti di spesa oppure la concessione del bonus solo a fronte di particolarissimi e vieppiù pleonastici interventi) che hanno finora azzoppato l'efficacia delle misure di maggiore potenziale innovativo messe in campo negli ultimi anni. E allora addio "bazooka".

Niente equivoci. Qui nessuno vuole "gufare". Per cui - come direbbe un tifoso che vede la propria squadra balzare in testa alla classifica pur temendo di non avere i giocatori giusti per vincere - la speranza è quella di sbagliare.

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