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Dl semplificazioni, via libera al Senato: il nuovo registro elettronico rifiuti gestito dall’Ambiente

di Carmine Fotina e Marco Mobili

Via libera dell’assemblea del Senato al decreto semplificazioni con 142 sì e 74 contrari (10 astenuti) . Il provvedimento “omnibus” passa alla Camera dopo essere stato fortemente ridimensionato per le perplessità del Quirinale in merito agli oltre 80 emendamenti approvati su 24 macro-argomenti diversi.

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A sorpresa l’Aula approva il nuovo Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti, che sarà gestito direttamente dal ministero dell’Ambiente. Le imprese, che avevano accolto con favore l’abolizione del vecchio meccanismo Sistri a partire dal 2019, dovranno comunque corrispondere diritti di segreteria e contributi annuali, con i quali coprire i costi di funzionamento del nuovo sistema. Il registro partirà con l’entrata in vigore della legge di conversione, nel frattempo le aziende dovranno assicurare la tracciabilità dei rifiuti con il vecchio metodo cartaceo. Via libera anche alla norma voluta dai 5 Stelle e preannunciata da Alessandro Di Battista nei giorni scorsi che, nei fatti, frena le aste sugli immobili pignorati. Con una modifica al codice di procedura civile, si introduce il diritto di tutti i debitori (e non solo di quelli che hanno crediti con la Pa) e dei loro familiari conviventi a restare nella casa fino al decreto di trasferimento che conclude l’espropriazione forzata, a patto di mantenerlo in buone condizioni e accettare le visite dei potenziali compratori. Confermati i nuovi vincoli per il noleggio con conducente, ma con un piccolo ritocco che cancella, sia per gli Ncc sia per i taxi, la possibilità di affidare a terzi la macchina anche in caso di perdita dell’abilitazione professionale alla guida. Approvata la norma per lo scorrimento della graduatoria della prova scritta di esame del concorso pubblico per l’assunzione di allievi agenti di Polizia, bandito nel maggio 2017. Si parla di 1.851 assunzioni, ma con modifiche «a bandi aperti e concorsi in parte svolti» attacca il Pd.

Ma è proseguita nel frattempo la cura dimagrante del decreto chiesta dal Quirinale e ieri proseguita per i rilievi della commissione Bilancio su input della Ragioneria dello Stato. Tra le misure per le imprese saltano l’apertura ai professionisti della sezione del Fondo di garanzia per le Pmi in difficoltà a causa dei crediti con la Pa; la definizione di «gravemente iniqui» dei pagamenti tra grandi e piccole aziende oltre i 60 giorni; l’estensione da 3 a 24 mesi del termine per mettersi in regola con i contributi ai fini del Durc. Parere contrario del governo sull’annullamento dei lotti ancora assegnati della gara Agea per il nuovo Sistema informativo agricolo nazionale (Sian). Nulla di fatto poi per la nuova “Società di investimento semplice”, fortemente voluta dal vicepremier Di Maio per far decollare il venture capital. Accompagnato da un duro attacco della maggioranza nei confronti della Ragioneria, salta e viene trasformato in un ordine del giorno l’emendamento sponsorizzato dalla Lega che dava al ministero della Salute 40 giorni per determinare il fabbisogno di personale degli enti del Servizio sanitario nazionale, allo scopo di superare il vincolo di assunzioni.

Resta da definire l’eventuale ripescaggio delle norme stralciate, o almeno di una parte di esse. Per il capogruppo del Carroccio in Senato, Massimiliano Romeo, si punta a un disegno di legge dedicato.


Le conferme

Tra gli emendamenti che erano già passati in commissione, si registra il via libera dell’Aula al ripristino dell’Ires ridotta al 12% per il no profit; la possibilità di aderire alla rottamazione ter delle cartelle anche per chi non ha versato le rate del 2018; le semplificazioni condominiali per l’allaccio di collegamenti a banda ultralarga e le estensioni sull’etichettatura d’origine per gli alimenti. Disco verde ai 300 milioni per il Fondo Imu-Tasi per i Comuni, con la possibilità per i sindaci di non vincolarli alla spesa per gli investimenti. Ok allo “scambio” M5S-Lega sulla moratoria (parziale) per le trivellazioni e la regionalizzazione delle centrali idroelettriche. Ma, dopo la revisione al ribasso dell’aumento dei canoni dovuti dalle compagnie petrolifere, la norma sulle trivelle prevede ora un fondo ridotto per fronteggiare eventuali indennizzi: da 20 a 15 milioni. Passano anche le semplificazioni per le startup innovative; la deburocratizzazione per le Zone economiche speciali con regime di sospensione Iva; il chiarimento interpretativo sul rimborso del prestito Alitalia da 900 milioni e le norme sul passaggio delle competenze in materia di Agenda digitale, dal 2020, direttamente al presidente del Consiglio. Per l’opposizione la norma, prevedendo anche il passaggio a Palazzo Chigi di risorse già destinate all’Agenzia per il digitale (che dipende dal ministro della Pa in quota Lega, Giulia Bongiorno), è di fatto una concessione a M5S. Nascerà una Spa pubblica per gestire i pagamenti dei cittadini con la Pa. Inoltre, la presidenza del consiglio si potrà avvalere di un team di esperti, anche esterni, con una spesa di 6 milioni di euro annui.

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