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Trasporto pubblico locale/1. Slitta al 2017 il fondo per il rinnovo di bus e treni

di Giuseppe Latour

Tutto rinviato al 2017. Slitta di un anno il varo del fondo del ministero delle Infrastrutture che dovrà lanciare il rinnovo del parco mezzi del trasporto pubblico locale. La modifica è stata attivata attraverso un emendamento alla legge di conversione del decreto Milleproroghe alla Camera, ma arriva direttamente dallo stesso Mit. Per mettere a punto la società partecipata da Cdp che dovrà gestire il fondo, la rolling stock company immaginata da Graziano Delrio, serve ancora tempo. Non significa, però, che i soldi non saranno spesi. Con il nuovo assetto, infatti, il Governo dà un ultimatum alle Regioni e gli chiede di spendere immediatamente i contributi che sono ancora sul piatto: si tratta di 800 milioni di euro, che potrebbero portare a comprare 5mila nuovi autobus.

L'emendamento, presentato dai relatori, rinvia al primo gennaio 2017 l'attivazione del meccanismo inserito nell'ultima legge di Stabilità. Con il comma 866 del provvedimento si prevedeva che, per realizzare il ricambio del parco mezzi pubblici, sarebbe stato creato un fondo presso il Mit, finalizzato all'acquisto dei veicoli per poi riaffittarli. Lo schema prevede la costituzione di una società fuori dal perimetro della Pa, magari sotto l'ombrello di Cassa depositi e prestiti, che proceda direttamente alle acquisizioni e, poi, stipuli contratti di leasing. Il ministero, a questo scopo, deve prima chiudere un accordo con le Regioni e, poi, pubblicare un decreto che faccia partire il meccanismo.

I lavori per mettere a punto il sistema vanno avanti con riunioni al Mit. Evidentemente, però, i tempi sono più lunghi di quanto era stato preventivato. Così, il Governo ha preferito rimescolare le carte: la partenza operativa della società e del fondo slitta di un anno, al 2017, per dare più tempo di predisporre la macchina organizzativa. Nel frattempo, si va avanti con il vecchio fondo. Già esiste, infatti, un plafond di contributi diretti destinati alle Regioni da parte dell'esecutivo per il rinnovo del parco mezzi. La disponibilità residua, secondo le stime del Mit, è parecchio alta: si tratta di 400 milioni di euro, ai quali si potrebbero aggiungere altrettanti soldi di contributi regionali, per un totale di 800 milioni (le Regioni possono infatti accedere al nuovo fondo solo se lo cofinanziano al 50%). Questa cifra, se interamente spesa, porterebbe il rinnovo atteso. L'ipotesi è che possano essere acquistati circa 5mila automezzi. L'emendamento del Milleproroghe, infatti, oltre che al rinvio della nuova società punta anche sull'accelerazione della spesa dei residui. Le Regioni, in base al nuovo schema, hanno tutto il 2016 per spendere i fondi residui con le regole esistenti. Se non ci riescono (come finora non hanno fatto), dal 2017 scatta la tagliola: entra in funzione la nuova società e le risorse verranno gestite a livello centrale, per migliorare la capacità di spesa.

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