Progettazione e Architettura
Libeskind svela la torre di Varsavia alta 200 metri che sta realizzando un team italiano
Paola Pierotti
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Harmony Tower, Seoul, South Korea 18/27 -
One Madison, New York 19/27 -
© Courtesy of Keppel Bay Pte Ltd-a Keppel Land Company 20/27 -
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Tour Signa, Paris 23/27 -
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© Krzysztof Wierzbowski 26/27 -
© Aldinger & Wolf 27/27

Costruire in altezza non è più una questione teorica da libro dei sogni. Basta guardare la rapida evoluzione dello skyline milanese o meglio ancora vedere come stanno cambiando le città americane o quelle asiatiche dove progettisti e costruttori tentano sfide impossibili.
Basta cercare su youtube il video della costruzione di un edificio di 30 piani in 15 giorni realizzato dall'impresa cinese Broad Group, che ora ha annunciato di voler realizzare una struttura prefabbricata alta 680 metri in 6 mesi. Impossibile? Forse no, se si pensa che l'Empire State Building di New York è stato costruito con le tecnologie degli anni '30 in 13 mesi.
A Varsavia c'è un team italiano che sta collaborando alla costruzione di un grattacielo destinato a diventare tra le torri residenziali più alte d'Europa, si chiama Torre Zlota 44 e raggiungerà l'altezza di 200 metri. In campo ci sono anche la Inso, come general contractor internazionale per progetti di ingegneria, costruzione e fornitura di tecnologie, e il Consorzio Cooperativo Costruzioni.
Si tratta di un edificio di 57 piani, di cui 2 interrati, che ospiterà oltre 250 appartamenti di lusso hi-tech, una piscina interna e una all'aperto, un'area benessere con sauna secca e umida, servizio reception h24 e area parcheggi. L'architetto è Daniel Libeskind, la star del museo ebraico di Berlino ma soprattutto la firma di tanti progetti verticali, da Ground Zero a New York ad una delle torri milanesi di Citylife.
Con questo edificio, il grattacielo Zlota 44, oggi a Venezia Daniel Libeskind introdurrà la sua lectio magistralis in occasione di un evento organizzato dall'università Iuav con il Council on Tall Buildings and Urban Habitat (Ctbuh), e dedicato al tema "Le problematiche tecnologiche del costruire in altezza". Un'occasione di confronto e dibattito tra i diversi soggetti che operano nel mercato delle costruzioni: progettisti come lo stesso Libeskind e imprese come Artelia, tra ricercatori e operatori come John Iorio che si occupa del project management di numerose torri milanesi.
Posti esauriti da giorni nell'ateneo veneziano per partecipare al grande evento, programmato proprio nell'ultimo weekend di apertura della Biennale di Venezia. Libeskind farà scorrere ben 180 slides con una decina di maxi-progetti internazionali, dalla torre di Varsavia alle grandi operazioni di trasformazione urbana in cantiere in tutto il mondo, da Seoul a New York, da Parigi a Singapore.
Le immagini dei progetti scorreranno sullo sfondo della Lecture anticipate da alcune parole chiave. Si parte con "L'architettura è una forma di linguaggio" e poi via via si espliciteranno i temi dell'unicità del progetto, dell'architettura-scultura, dell'architettura come contrappunto, come diversità, come sorpresa, fino ad arrivare ai temi della ‘trasformazione urbana' e all'idea più cara a Libeskind che è quello della "memoria".
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