Progettazione

I trentenni Set Architects si aggiudicano il concorso per il Memoriale della Shoah di Bologna

di Francesca Oddo

Sono un gruppo di trentenni i vincitori del concorso internazionale di progettazione mirato alla realizzazione del Memoriale della Shoah a Bologna e bandito lo scorso gennaio dalla Comunità Ebraica di Bologna con il sostegno della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, il supporto del Comune di Bologna, l'Ordine degli Architetti di Bologna, Ferrovie dello Stato. SET Architects di Roma (Onorato di Manno, Andrea Tanci, Gianluca Sist, Lorenzo Catena e Chiara Cucina) ha convinto la giuria presieduta da Peter Eisenman per la capacità del progetto di introdurre a una «dimensione esperienziale particolare, legata a quella memoria».
Con un costo previsto di 120 mila euro, l'opera sarà realizzata entro il 27 gennaio 2016, a distanza di un anno esatto dalla promozione del concorso, nella nuova piazza tra via Carracci e il ponte di via Matteotti, in posizione sopraelevata rispetto alla stazione. A SET Architects, come previsto dal bando, sarà affidato l'incarico per la progettazione definitiva ed esecutiva, oltre che la direzione dei cantieri.


L'obiettivo del concorso era quello di immaginare un luogo da vivere, e non solo da attraversare, che invitasse la cittadinanza al raccoglimento e al ricordo. Il progetto vincitore prevede due blocchi monolitici di ferro grezzo e ruvido di 10 x 10 metri affiancati l'uno all'altro e posti lungo l'asse di congiungimento dei due muri di pietra preesistenti, alti 5 metri e mezzo. Il percorso che si snoda al loro interno, e che rivela una sequenza serrata di elementi verticali e orizzontali eco della ripetizione ossessiva delle cuccette dei campi di concentramento, ha una larghezza che varia da 150 a 50 centimetri. La pavimentazione della piazza è concepita come un'alternanza di lastre di pietra e giunti metallici che ricordano la «Judenrampe», diramazione ferroviaria che conduceva le vittime direttamente ai campi. Il percorso dello spazio opprimente fra i due blocchi e il rumore prodotto dal calpestio della pavimentazione intendono sollecitare la riflessione attraverso la rievocazione di una delle pagine più buie della storia. «Il memoriale diventa spazio di vita e di interazione fra la comunità e la storia. Il progetto, che darà corpo e vita a uno degli eventi più tragici della storia dell'umanità, costituirà un nuovo landmark per la città di Bologna», raccontano i giovani progettisti.

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