Progettazione

Architetti: ecco la nostra proposta di una legge per le città

di Q.E.T.

«Serve una Legge per le città affinché siano efficienti, competitive, attrattive, incubatrici di un’alta qualità della vita: per tornare, quindi, centrali nell’agenda politica ed approcciate - insieme agli interventi di rigenerazione urbana - nell’ambito di una visione strategica e non più in modo settoriale e parziale anche riguardo agli investimenti che le riguardano». Così Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio nazionale degli architetti nel corso del Convegno di studi “Progettare il Paese - dare futuro alle città e ai territori in cui viviamo” - organizzato l'11 e il 12 ottobre scorsi in collaborazione con l’Associazione Forte di Bard e con il sostegno del Consiglio regionale della Valle d’Aosta - e nel corso del quale è stata presentata la Proposta di Legge per le Città degli architetti italiani.

«Una legge indispensabile - ribadisce Cappochin - : basti pensare, infatti, al fenomeno del “ritorno della città” che è oggi uno dei nodi sul tappeto della competizione internazionale, su più scale, e riflettere sui dati che ci dicono che anche in Europa le città sono tornate a crescere economicamente e demograficamente. La crescita economica del Paese non può prescindere dalla crescita delle città». «Tra gli elementi e le modalità inedite della Proposta di Legge degli architetti italiani - ha sottolineato Diego Zoppi, coordinatore del dipartimento Politiche urbane e territoriali del Consiglio nazionale - il riconoscimento, di fatto e formale, che le città siano centrali nell’organizzazione del nostro Paese e per la cultura dell’abitare prevedendo che, di conseguenza, tutte le prossime normative regionali siano coerenti con i principi dell’Agenda Urbana Europea dalla quali non possono più prescindere».

Per gli architetti è inoltre fondamentale anche «l’istituzione di una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio che riconosca le proposte progettuali che hanno maggiori capacità di innescare processi virtuosi di rigenerazione e che possano avere quindi percorsi preferenziali di finanziamento».

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