Progettazione

Per Trevi pronta la svolta al vertice: Cdp e Polaris preparano il ricambio

di Celestina Dominelli

Un cda lampo ieri di Cassa depositi e prestiti, rimasto aperto, per cominciare a tratteggiare i nomi dei candidati per il nuovo vertice di Trevi, la società di ingegneria di cui Cassa è azionista, per il tramite di Fsi Investimenti (controllata da Cdp Equity), insieme al fondo Usa Polaris. I due azionisti sono al lavoro in queste ore per trovare una quadra sulla lista congiunta che andrà presentata entro il prossimo 29 agosto, data ultima in vista dell’assemblea dei soci convocata per il 23 settembre.

Per Trevi, in grave debito di ossigeno e alle prese con un complesso percorso di risanamento, si profila dunque anche una svolta nella governance attualmente contrassegnata dalla presenza della famiglia Trevisani, soci indiretti di Trevi Holding Se (Thse), alla quale fa capo il 31,9% dell’azienda di Cesena. La pace scoppiata tra gli azionisti storici e i manager della società ha spianato la strada alla manovra finanziaria che dovrebbe rilanciarne le sorti e che poggia, come noto, su un aumento di capitale da 130 milioni (di cui 77,5 milioni saranno assicurati da Cdp e Polaris), sulla conversione di 63 milioni di crediti da parte delle banche e su nuova finanza per 41 milioni (di cui 12 milioni dovrebbero arrivare in soccorso di Trevi in tempi non molto lunghi). Dopo il muro contro muro dei mesi scorsi, la famiglia ha infatti aperto alla possibilità di aderire alla strategia di rafforzamento: il confronto con gli altri azionisti e le banche, che stanno valutando le condizioni poste dai Trevisani per l’ingresso nella partita, è in corso, ma la quadratura del cerchio non è stata ancora trovata. Mentre il mercato continua a premiare il titolo che ieri ha chiuso in Borsa facendo segnare un balzo di oltre il 20 per cento.

Di certo, invece, c’è che l’assemblea dei soci convocata per il prossimo 23 settembre sancirà comunque il totale ricambio del cda di Trevi. L’accordo di investimento sottoscritto a inizio agosto da Cdp, Polaris e dalla società, fissa infatti precisi paletti per il rinnovo degli organi sociali nell’ambito dell’operazione di rafforzamento. L’intesa prevede l’impegno dei due azionisti a presentare una lista di nove membri per il board, i cui componenti, come si legge nella relazione illustrativa degli amministratori depositata in vista dell’assise, scenderanno da undici a nove: un numero giudicato «adeguato», recita il documento, ad assicurare «una gestione efficiente ed efficace del funzionamento dell’organo amministrativo».

Cassa e Polaris dovranno indicare, di comune accordo, il candidato che assumerà l’incarico di presidente e individueranno un altro membro a testa. Nella lista, poi, dovrà figurare, in base ai patti parasociali siglati dai due azionisti, anche il nome di Sergio Iasi, il chief restructuring officer dell’azienda che sta seguendo in prima persona il dossier e che è stato incaricato dal cda di condurre il negoziato con i Trevisani con l’obiettivo di trovare il giusto equilibrio che consenta all’operazione di andare in porto. Gli altri cinque componenti saranno invece il frutto del lavoro portato avanti dai cacciatori di teste che sono stati ingaggiati per individuare professionisti di primario standing e con una solida esperienza alle spalle, anche nel settore industriale in cui opera Trevi. Tra questi profili, sulla cui identità vige il più stretto riserbo, sarà nominato il futuro ceo dell’azienda. Con la possibilità, nel caso in cui vengano presentate delle liste di minoranza, di individuare un ultimo consigliere tra queste se una di loro risulterà la seconda per numero di voti.

L’intesa, che fissa poi per Cdp e Polaris un vincolo di un anno al trasferimento delle azioni sottoscritte in sede di aumento, guarda però già avanti e definisce anche un secondo scenario nel caso in cui Thse decida di aderire all’operazione: se ciò avverrà, infatti, il cda sarà riportato a undici membri in modo da consentire l’inserimento nella lista di maggioranza di un candidato indicato dalla holding se quest’ultima aderirà all’accordo di ristrutturazione senza però assumere alcun impegno di sottoscrizione dell’aumento di capitale, mentre il secondo membro sarà indicato sempre da Cdp e dal fondo Usa (e tra questi due dovrà essere individuato il presidente). Se, invece, Thse si impegnerà su entrambi i fronti (sottoscrivendo almeno un terzo dell’importo della ricapitalizzazione per cassa) potrà disporre di due posti nel futuro board.

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