Progettazione

Edoardo Milesi & Archos firmano il «roccolo» contemporaneo in cima a una collina di Clusone

di Mariagrazia Barletta

Dalla cattura alla protezione degli uccelli: la nuova vita di una tipica architettura del paesaggio lombardo è regolata da un'azione di riscatto da un passato poco lodevole. Azione che quasi si identifica con l'applicazione di una sorta di legge del contrappasso. Nei pressi di Clusone, su una collina, sorgeva un roccolo: un'architettura della tradizione, diffusa nell'arco alpino e prealpino lombardo, cui si affiancava un impianto arboreo (attualmente oggetto di cure), entrambi funzionali alla cattura degli uccelli. Nel casello, un edificio a torre mimetizzato dalla vegetazione, si nascondeva il roccolatore che da fenditure praticate nella muratura scrutava i movimenti degli uccelli attirati da richiami e da bacche succulente. All'occorrenza lanciava lo spauracchio, un attrezzo che serviva a spaventare gli uccelli che volando si impigliavano nelle reti fissate ai filari di carpini disposti a semicerchio e potati in modo da formare una sorta di galleria. Questo è il passato; diverso il presente. Il casello è stato demolito per far posto ad un'abitazione, una seconda casa, non più legata alla pratica dell'uccellagione, ma che invece offre riparo a uccelli e ghiri. Il progetto è dello studio Edoardo Milesi & Archos .

L'edificio "colonizzato" dalla flora e dalla piccola fauna
«Il vecchio roccolo non era più strutturalmente idoneo e, a fronte di un progetto di riqualificazione, abbiamo ottenuto il permesso di demolirlo e di spostarlo leggermente», racconta Edoardo Milesi. Il nuovo edificio riprende la fisionomia del roccolo, comunque espressione della tradizione e della cultura materiale del luogo. Della tipica costruzione viene ripresa la morfologia. «I roccoli erano costituiti da una somma di superfetazioni: si partiva con un capanno da caccia che poi cresceva in altezza con una serie di aggiunte di materiali diversi, legno o lamiere, poi la vegetazione lo colonizzava per renderlo mimetico», riferisce ancora Milesi. L'eterogeneità di materiali e di volumi, la morfologia a torre, diventano elementi caratterizzanti del nuovo edificio. Sui lati rivestiti esternamente con il cor-ten sono state realizzate delle piccole bucature quadrate, alcune sono apribili, dunque sono delle piccole finestre, altre, invece, hanno un fondo vetrato fisso (che col tempo si opacizzerà) e sono pensate per la nidificazione degli uccelli e per offrire riparo a piccoli animali. Il metallo verrà ricoperto da rampicanti che proteggeranno le tane. Difatti sulla parete rivestita di cor-ten – «resistente a qualsiasi tipo di aggressione», precisa Milesi - sono stati inseriti dei tutori di legno per rampicanti. «Con una sorta di azione di risarcimento rispetto alla caccia che si praticava precedentemente, abbiamo voluto che la casa venisse "colonizzata" non solo dalle piante, ma anche dagli animali», racconta ancora Milesi. «Mi piace dire – continua - che il progetto di completamento è quello che farà la natura avvolgendo il fabbricato». Oltre al cor-ten, per rivestire l'edificio, sono stati utilizzati il legno di larice lasciato al naturale e lastre di zinco-titanio.

Edilizia "off-site", a secco e riciclabile
Ad eccezione del piano interrato in calcestruzzo armato, tutta la parte fuori terra è stata realizzata in officina e poi assemblata sul posto. «Tutte le giunzioni – riferisce Milesi - sono meccaniche e non c'è un'ombra di legante. Finite le fondazioni, ossia le parti interrate, l'impresa è andata via, abbiamo rimodellato e risistemato il terreno che era stato un po' compromesso dagli scavi e poi in un paio di mesi abbiamo assemblato tutto». «Controllo dei costi, tempi rapidissimi e nessun imprevisto» per la realizzazione "off-site". La parte strutturale sopra terra, «riciclabile al 100 per cento, è in parte in ferro e in parte in legno e il ferro serve per evitare grandi spessori di legno e per ottimizzare i costi». Le pareti perimetrali sono tutte ventilate, in modo da garantire la traspirazione, e assicurano una elevata inerzia termica. È soprattutto sull'inerzia termica, sulla forma dell'edificio e sull'orientamento delle aperture che si gioca per ottenere elevate performance energetiche. In più, è stata installata una pompa di calore geotermica a sonde verticali, per il riscaldamento degli ambienti e la produzione di acqua calda sanitaria. Non vi è l'utilizzo di gas metano o di altra fonte di combustibile fossile. Gli ambienti interni sono riscaldati da pannelli radianti a pavimento e sono stati installati un sistema di ventilazione meccanica controllata e in copertura pannelli solari fotovoltaici per la produzione di corrente elettrica.

I CREDITI DEL PROGETTO

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