Progettazione

A Modena Obr firma con Politecnica e Openfabric il nuovo campus di Ingegneria “Enzo Ferrari”

di Mariagrazia Barletta

Un padiglione per la didattica dalla forte vocazione urbana, porta di ingresso al campus. Un edificio che trasforma lo spazio connettivo, e non solo, in un luogo di aggregazione e socialità. È questa - a grandi linee - l'idea con la quale il raggruppamento guidato da OBR Paolo Brescia e Tommaso Principi si è aggiudicato il concorso di progettazione per un nuovo edificio per la didattica all'interno del campus di Ingegneria “Enzo Ferrari” a Modena, bandito lo scorso maggio dall'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Ad affiancare OBR Open Building Research, il noto studio la cui rete si dirama tra Milano, Londra e Mumbai, guidato da Tommaso Principi e Paolo Brescia, vi sono, per la parte di ingegneria, Politecnica Ingegneria Architettura , tra le maggiori società italiane di progettazione integrata, e per il landscape design, Openfabric , giovane studio con base a Rotterdam, fondato da Francesco Garofalo.

Il nuovo edificio è destinato ad essere realizzato in un'area non edificata del campus, ai margini del centro urbano residenziale. L'idea di fondo per il nuovo padiglione, contenente le aule per la didattica, è quella di immaginarlo all'interno di un campus dalla forte vocazione urbana, connesso alla città. A questa si affianca la risposta, alla specifica richiesta da parte della committenza, di andare a caratterizzare l'ingresso al polo universitario, attualmente piuttosto anonimo. «La nostra proposta si pone l'obiettivo di definire l'ingresso al campus valorizzando lo schema cardo-decumano esistente. Con Politecnica abbiamo immaginato il nuovo padiglione per la didattica come una prominenza del campus verso la città, estendendo l'asse del cardo e generando una nuova piazza coperta che favorisca nuove dinamiche sociali di incontro e frequentazione», spiegano i due fondatori di Obr. «Insieme a Openfabric - precisano - stiamo ripensando il campus non più come una struttura isolata, ma al contrario come un sistema aperto. Questo avviene alla scala urbana attraverso il completamento del cardo all'estremità est del campus, e alla scala architettonica mediante un significativo aggetto del padiglione che definisce il nuovo ingresso». «Abbiamo cercato di enfatizzare la relazione tra padiglione e campus, attraverso la trasparenza. Abbiamo immaginato una promenade che si articola nello spazio connettendo l'atrio centrale con le aule didattiche, fino alla terrazza panoramica che, aprendo la vista sul campus, stimola il senso di appartenenza degli studenti».

Più che le aule, protagonisti sono gli spazi intermedi. In particolare all'ingresso si sviluppa un atrio centrale a tutta altezza, luminoso e trasparente, che ha le caratteristiche di un grande spazio pubblico. Al centro del nuovo edificio, in connessione con l'atrio, vi sono le due scale incrociate che, mettendo in connessione i vari livelli, danno vita a luoghi di aggregazione e socialità. L'atrio a tutta altezza e il sistema di connessione verticale, attraverso il cosiddetto “effetto camino”, favoriscono la ventilazione naturale e il ricambio d'aria. Una soluzione che fa parte della strategia energetico-ambientale, sviluppata con gli ingegneri di Politecnica, che punta al contenimento dei consumi energetici, delle emissioni inquinanti e all'ottimizzazione del controllo integrato del microclima interno. Il bando prevedeva un costo di realizzazione di 4,5 milioni di euro e una superficie massima calpestabile di 3mila mq. Dunque il costo preventivato si aggira intorno ai 1.500 euro al metro quadro. «La previsione si è rilevata congrua», riferiscono Brescia e Principi.

«Anche se - precisano - nel corso della progettazione abbiamo dovuto ricorrere a diverse ottimizzazioni. Come richiesto dal bando, abbiamo realizzato un edificio compatto su più livelli, con spazi accessori interrati ridotti al minimo per ridurre i costi di scavo. Come in ogni progetto dove il budget è contenuto, l'obiettivo della progettazione è volto all'individuazione di un sistema semplice che, declinato in modo specifico nel tempo e nello spazio, generi qualità e durabilità». L'aggiudicazione è diventata definitiva la scorsa settimana. Quanto all'affidamento ai vincitori di successivi incarichi per lo sviluppo della progettazione (non assicurati dal disciplinare), qualcosa sembra muoversi. «Proprio in questi giorni stiamo incontrando la stazione appaltante per definire i passaggi successivi al concorso», riferiscono allo studio Obr.

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