Progettazione

Ingegneria, Scicolone (Oice): risultati ancora positivi ma preoccupati per il futuro

di Q. E. T.

Sono negativi gli ultimi dati sul mercato della progettazione di opere pubbliche in Italia: nell'ultimo mese sono state bandite 202 gare per servizi di sola progettazione (40 sopra soglia), per un valore di 43,0 milioni di euro (33,1 sopra soglia), rispetto al precedente mese di ottobre il numero cala del 29,1% e il valore del 52,9%; rispetto a novembre 2017 si registra un calo del 29,9% in numero e dell'80,8% in valore. Il crollo del valore è dovuto al confronto con i 32 maxi accordi quadro Anas da 192 milioni di euro, pubblicati nel mese di novembre 2017, senza i quali novembre 2018 sarebbe a +55,8%. Secondo l’osservatorio Cresme Europa Servizi negli undici mesi del 2018 le gare sono state 2.844, -11,7% sul 2017, per un importo complessivo di 530,5 milioni, -25,3% rispetto agli stessi mesi del 2017. Escludendo i maxi bandi Anas già il valore degli undici mesi sarebbe a +3,3%.

Da gennaio a novembre per il totale dei servizi di ingegneria e architettura sono state bandite 5.317 gare per un importo complessivo di 1.074,3 milioni di euro che, confrontati con i primi undici mesi del 2017, mostrano il calo dello 2,7% nel numero (+22,2% sopra soglia) ma l'aumento del 6,3% nel valore (-1,6% sopra soglia).

«Dati in campo negativo a novembre per i bandi di sola progettazione – ha dichiarato Gabriele Scicolone, presidente Oice –: pesa il confronto con i maxi accordi quadro Anas pubblicati a novembre 2017, prescindendo dai quali novembre sarebbe ampiamente positivo, così come gli undici mesi dell'anno in corso. Rimane ancora sopra i livelli dello scorso anno il mercato di tutti i servizi di ingegneria e architettura, ma siamo molto preoccupati sul futuro.
Crediamo che le voci di un intervento di revisione totale delle regole, condito da norme di semplificazione non ancora definite, abbiano già provocato un rallentamento dell'azione amministrativa negativo per il settore della progettazione. È poi ancora in ballo la cosiddetta centrale di progettazione nella legge di bilancio: temiamo molto che questa diventerà, alla fine, una centrale di subappalto di progettazione e di relativi supporti, uno strumento inutile, costoso e inefficiente, oltre che antistorico».

«Abbiamo inoltre più che una preoccupazione – ha continuato Scicolone – su come si vuole semplificare il settore: si crede di risolvere tutto con affidamenti diretti fino alla soglia europea, con il ritorno all'appalto integrato e all'incentivo del 2% per progettare a favore di dipendenti tecnici della Pa che a nostro avviso dovrebbero essere incentivati a svolgere con efficienza la funzione di Rup e di gestione della commessa. E poi una riforma complessiva del codice, con una legge delega, un nuovo decreto delegato e un regolamento attuativo non aiuteranno certamente a sbloccare alcunché, semmai il contrario. Siamo a favore di interventi mirati – ha concluso il presidente Oice – che puntino a ridurre i “tempi di attraversamento” a velocizzare l'azione amministrativa, ma nel rispetto della centralità del progetto esecutivo e dei ruoli di ogni attore coinvolto nella complessa procedura che porta ad un'opera pubblica che deve essere ben programmata, progettata, validata e realizzata, oltre che ben remunerata».

Per il totale dei servizi di ingegneria e architettura, nel mese di novembre cala sia il numero sia il valore delle gare: ne sono state rilevate 408 per un valore di 82,8 milioni di euro, -21,4% in numero e -65,2% in valore rispetto a novembre 2017. Rispetto al precedente mese di ottobre ancora -32,6% in numero e -43,9% in valore.

Le gare italiane pubblicate sulla gazzetta comunitaria sono passate dalle 779 unità dei primi undici mesi del 2017, alle 952 degli undici mesi appena trascorsi, con un aumento del 22,2%. Nell'insieme dei paesi dell'Unione europea il numero dei bandi presenta, nello stesso periodo, un incremento dell'11,1%. Cresce negli undici mesi del 2018 l'incidenza del nostro Paese continuando però ad attestarsi su un modesto 3,6%, un dato di gran lunga inferiore rispetto a quello di paesi di paragonabile rilevanza economica: Francia 24,3%, Germania 23,9%, Polonia 13,4% e Svezia 4,3%.

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