Progettazione

Nuove norme antincendio, lo stop di Bonaccini: coinvolgere anche le Regioni

di Mariagrazia Barletta

Aprire ad eventuali correzioni la bozza di decreto con la quale si stanno riscrivendo, dopo 20 anni, le norme di prevenzione e protezione dagli incendi nei luoghi di lavoro. Soprattutto, permettere alla Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome di collaborare fattivamente alla stesura del provvedimento. In materia di sicurezza antincendio dei luoghi di lavoro le Regioni non ci stanno ad essere messe da parte e chiedono di avere un ruolo attivo nella scrittura del testo arrivato a maturazione nelle ultime settimane.

Il riferimento è alla bozza di decreto interministeriale, prevista dal Dlgs 81 del 2008, e destinata a modificare la norme di sicurezza antincendio da applicare ai luoghi di lavoro, attualmente contenute nel decreto del 1998 (Dm 10 marzo 1998). Un provvedimento, dunque, dall'estesissimo raggio d'azione. La bozza è stata approvata nella seduta del 28 novembre del Comitato tecnico scientifico per la prevenzione incendi (Ccts), organo tecnico consultivo e propositivo istituito nell'ambito del Dipartimento dei Vigili del fuoco, attraverso il quale passano - per legge - le norme di prevenzione incendi.

La richiesta di partecipazione all'elaborazione del testo arriva da Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome, ed è affidata ad una lettera - illustrata dallo stesso Bonaccini nella conferenza Stato-Regioni del 13 dicembre scorso (come “fuori sacco”) - indirizzata ai ministri dell'Interno Matteo Salvini, del Lavoro Luigi Di Maio e degli Affari regionali Erika Stefani. L’istanza punta di fatto a scardinare il consuetudinario iter seguito dalle norme di prevenzione incendi, da sempre prerogativa dei Vigili del Fuoco. La prevenzione incendi, compresa l'elaborazione della normativa, è da sempre affidata alla competenza esclusiva del ministero dell'Interno, che esercita le relative attività attraverso il Dipartimento e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Le norme antincendio vengono emanate dal Viminale, previa concertazione con gli eventuali ministeri interessati e sentito esclusivamente il Ccts. Dunque, non è previsto il coinvolgimento delle Regioni.

C'è da aggiungere che il cosiddetto “testo unico” sulla sicurezza, nel prevedere le nuove norme antincendio dei luoghi di lavoro, ne affida l'emanazione ai ministeri dell'Interno e del Lavoro, senza fare accenno ad ulteriori passaggi. Negli ultimi cinque mesi alla bozza di Dm è stata impressa una forte accelerata, che dopo anni di stasi del provvedimento (più volte abbozzato), lascia percepire una chiara volontà di voler arrivare questa volta al traguardo della “Gazzetta ufficiale”.

LA LETTERA INVIATA DA BONACCINI AI MINISTRI SALVINI, DI MAIO E STEFANI

Le Regioni si fanno avanti e come si può leggere nella lettera, vogliono essere coinvolte in ragione della «complessità della tematica» della norma, che «riguarda diversi aspetti dell'interesse pubblico, relativi alla salute, alla sicurezza e all'organizzazione e agli adempimenti richiesti alle tante imprese che formano il nostro tessuto economico». L'unico momento ufficiale di condivisione delle bozze con i vari esperti e portatori di interesse si concretizza con le sedute del Comitato tecnico scientifico per la prevenzione incendi. Ed è a quelle che puntano le Regioni per «portare al tavolo le esigenze che dovessero emergere a livello regionale». Da qui la richiesta di prevedere la presenza di un rappresentante regionale in seno al Ccts.

Le questioni che la richiesta genera sono due. Innanzitutto si tratta di capire se c'è spazio di manovra ancora per cambiare il testo. E poi l'ingresso di un rappresentante delle Regioni in Ccts si scontra con la composizione del Comitato stesso, definita in modo rigido da un Dpr. Certamente la bozza di decreto licenziata dal Ccts lo scorso 28 novembre, seppure sia giunta a una versione matura, frutto di un lavoro corposo e di un confronto serrato tra le parti, non è del tutto definitiva. Ora si apre, infatti, la fase di concertazione con il ministero del Lavoro e, se ci dovessero essere osservazioni e richieste di modifica, il testo potrà ritornare nuovamente in Ccts (al momento la prossima seduta è prevista non prima di gennaio).

L'ostacolo maggiore è rappresentato dalla composizione del Comitato, che - va sottolineato - ha solo funzione consultiva. A decidere chi vi fa parte è un Dpr (Dpr 200 del 2004), che vi include le alte cariche dei Vigili del Fuoco, rappresentanti dei ministeri, del Dipartimento della Protezione civile, delle categorie professionali, dei sindacati, delle confederazioni dell'industria del commercio, dell'agricoltura e dell'artigianato, un esperto del Cnr, un rappresentante dell'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro. Non prevede un rappresentante delle Regioni, che, al momento, potrebbe farvi ingresso al massimo come uditore. L'istanza della lettera, dunque, suonerebbe come una richiesta di apertura a un confronto istituzionalizzato con le Regioni, che rappresenterebbe una forte innovazione nella storia delle norme di prevenzione incendi.

La lettera inviata da Bonaccini ai ministri Salvini, Di Maio e Stefani

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