Progettazione

Centrale di progettazione anche in Sardegna. Il Cni: iniziativa anacronistica

di Massimo Frontera

Centrale di progettazione per le opere pubbliche anche in Sardegna. Come ha già fatto la Sicilia (con provvedimento di giunta ), anche il legislatore regionale della Sardegna ha messo in piedi la una struttura ad hoc, analoga nelle funzioni a quella prevista anche dal legislatore nazionale con il Ddl bilancio, articolo 17. Con una precisazione, però: la Sardegna non è arrivata adesso, ma ha battuto sul tempo sia il governo della Sicilia sia il legislatore nazionale. Infatti, la costituzione di una centrale di progettazione di rango regionale in Sardegna è nata a marzo 2018, e più precisamente con l'articolo 7 della legge 13 marzo 2018 n.8. La norma però è rimasta inattuata per mesi, fino a pochi giorni fa, quanto una seconda norma - inserita nella legge regionale di bilancio ( n.40 del 5 novembre 2018 ) - ha messo a disposizione le risorse per l’avvio operativo. Anche in questo caso - come era facile prevedere - l'iniziativa non è stata gradita dai professionisti, e in particolare dal Consiglio degli ingegneri che è intervenuto ufficialmente per contestare la novità.

LA SOCIETÀ DI PROGETTAZIONE IN SARDEGNA: COSA DICE LA LEGGE REGIONALE

La nuova società in house della regione Sardegna
L'articolo 5, comma 56, della legge Sardegna 40/2018 , ha autorizzato la spesa di 2 milioni di euro per l'anno 2018 «per far fronte alle spese di costituzione ed avvio della società di cui all'articolo 7 della legge regionale 13 marzo 2018, n.8 (Nuove norme in materia di contratti pubblici di lavori servizi forniture)». La legge richiamata prevede la costituzione di «una società di capitali avente ad oggetto lo studio, la progettazione, la realizzazione e la gestione di opere pubbliche di competenza e/o di interesse regionale, individuate con deliberazione della Giunta regionale». L'obiettivo è di «accelerare la realizzazione di opere pubbliche di rilevanza strategica».

il Cni denuncia: «diverse incongruenze»
Il vicepresidente vicario del Cni, Gianni Massa segnala inoltre «diverse incongruenze»: «questo organismo dedito alla progettazione di opere strategiche di elevata complessità e onerosità sarà composta da 6 funzionari, 2 istruttori ed 1 impiegato B1. Non sono previsti dirigenti. Sorvolando sulla mirabolante analisi dei ricavi, stimati in 1,2 milioni di euro già al quarto anno, colpisce il fatto che per servizi esterni sono stanziati 26.000 euro per il 2018 e 14.000 euro a regime: è ovvio che con tali somme non possano pagarsi progetti definitivi ed esecutivi di opere milionarie, che dunque dovranno essere reperiti nei quadri economici delle opere, ad incrementare il 7% di accantonamenti per la società in house. Di fatto la norma trattiene nella pancia della pubblica amministrazione le fasi che più dovrebbero essere destinate all'estro ed alla professionalità di soggetti che per ragione sociale e natura si occupano dell'ideazione delle opere, demandando in via residuale a questi ultimi le fasi che ormai sono più meramente amministrative e burocratiche, ove invece proprio la pubblica amministrazione ha professionalità formate e specializzate in tal senso. Inoltre, va sottolineato come 6 funzionari e 2 istruttori tecnici dovrebbero occuparsi e completare la progettazione e direzione dei lavori di 11 opere regionali strategiche, per l'importo complessivo di 82 milioni di euro e consistenti in: 5 porti, 1 ciclovia, 1 sistemazione idraulica di un fiume, più interventi su dighe, 1 strada di interesse regionale». «Per finire - sottolinea il Cni - vale la pena di sottolineare come gli otto dipendenti della società in house non possano contemperare al proprio interno la figura dell'ingegnere portuale, trasportista, idraulico, strutturista, edile, geotecnico, elettrico, informatico, dell'architetto, del pianificatore, dell'esperto in restauro e, ancora, dell'agronomo, del geologo, dell'archeologo, del naturalista, del biologo e così via».

Armando Zambrano: un'iniziativa anacronistica
«Elaborare un progetto e seguirne passo dopo passo la realizzazione è un lavoro di grande responsabilità - sottolinea il presidente Armando Zambrano - e il percorso scientifico, normativo e creativo deve essere riconosciuto ed affidato a professionisti». «Per questo - aggiunge Zambrano - il Cni da anni si batte affinché venga affermata la centralità del progetto nella realizzazione delle opere. In questo senso, la Giunta Regionale della Sardegna ha intrapreso una direzione che appare anacronistica». Inoltre, sottolineano sempre gli architetti, la norma contrasta il «principio secondo il quale vanno tenute ben distinte le attività di progettazione, da riservare ai liberi professionisti, e quella di controllo del processo di esecuzione dei lavori, in capo invece alla Pa».

Giovanni Cardinale: ingresso “surrettizio” nel mercato privato
«Intanto - analizza il vicepresidente del Cni Giovanni Cardinale - risulta che la società avrà un costo di avvio di almeno 2 milioni di euro per il solo 2018, sottratti alla realizzazione di opere, e costituirà un nuovo soggetto che si inserisce surrettiziamente in un mercato professionale asfittico ed in grande difficoltà».

La norma della Sardegna/1. La costituzione della società

La norma della Sardegna/2. Lo stanziamento dei fondi

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