Progettazione

L’ingegneria made in Italy a caccia di business in Europa e Medio Oriente

di Massimo Frontera

L’ingegneria italiana aumenta il fatturato sui mercati esteri. Lo dice il Rapporto Estero Oice-Cer (Centro Europa ricerche), presentato il 19 ottobre scorso a Roma, presso l’Agenzia Ice per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Il rapporto - la prima edizione che l’Oice realizza con il Cer - ha analizzato un campione significativo delle società di ingegneria italiane. Si tratta di 58 aziende attive sui mercati esteri, di varia dimensione e con 9.850 dipendenti in totale (di cui il 50% laureati), che nel 2017 hanno realizzato un fatturato complessivo di 1,789 miliardi di euro, di cui il 64,8% all’estero. Complessivamente, l’ingegneria italiana, stima il rapporto, ha visto un netto miglioramento della produzione realizzata oltre i confini nazionali, pari a un incremento del 22% del fatturato rispetto al 2016.

Il miglioramento della produzione è stato agevolato dalla congiuntura mondiale - positiva nel complesso e nel settore delle costruzioni in particolare - ma soprattutto è stato ottenuto grazie alla tenacia, all’intraprendenza e allo spirito di adattamento che le società italiane hanno saputo dimostrare. Attenzione: non si parla delle grandi società. Il rapporto Oice-Cer dice che la maggiore quota di fatturato estero nei propri bilanci (oltre il 75%) è da attribuire alle imprese tra 25 e 50 addetti mentre le grosse società (oltre 500 addetti) sono a un gradino più basso (70% di fatturato estero). Performance di tutto rispetto anche per le società con meno di 10 addetti e tra 11 e 26 addetti, i cui fatturati esteri sono pari, rispettivamente a oltre 45% e a quasi il 60 per cento. Un altro elemento che dimostra flessibilità, intraprendenza e spirito di adattamento è il fatto che il business viene realizzato nei mercati dove si creano opportunità (40% del campione) e dai contatti che si riescono ad attivare (21%), indipendentemente dalla distanza, dalla lingua o dall’aiuto (eventuale) del sistema-paese Italia. Inoltre all’estero le imprese italiane vanno prevalentemente da sole (41%), con altre società italiane (35%) e solo nel 24% sono associate a un partner estero.

«I successi ottenuti dalle nostre società all'estero sono motivo di orgoglio per l'Italia - commenta il presidente dell’Oice Gabriele Scicolone, sottolineando - l'indispensabile collaborazione con il ministero dello Sviluppo economico, il ministero degli Esteri, l'Agenzia Ice e l'efficace azione di filiera». Il vicepresidente dell’Oice per l’internazionalizzazione, Roberto Carpaneto ha sottolineato come «le società di ingegneria, architettura e consulenza stiano migliorando le loro prestazioni complessive rispetto alla performance passate e come questa tendenza stia continuando nella prima parte dell'anno in corso. Tutto collocato in uno scenario geopolitico e macroeconomico incerto e in un contesto settoriale in cui è sempre più dirompente l'importanza della trasformazione tecnologica e dell'innovazione».

IL RAPPORTO OICE-CER SULLE ENGINEERING  ITALIANE ALL’ESTERO

Peraltro, dal rapporto è emerso che il 90% delle società ha dichiarato di non utilizzare i servizi offerti da Sace, Cdp e Simest, e solo il 10% ha detto il contrario. Non solo: il 63% delle società intervistate ha detto di essere interessate a consulenza e assistenza sui tempi dell’internazionalizzazione e degli strumenti a disposizione per il sostegno finanziario, mentre solo il 37% ha detto il contrario. Non male per un rapporto presentato nella sede dell’Agenzia Ice e davanti a una platea che includeva diversi ambasciatori. «Mi pare che ci sia materia su cui lavorare», ha sintetizzato, non senza qualche imbarazzo, il direttore del Cer, Stefano Fantacone nel presentare gli highlighs del rapporto.

Dove fanno il loro business le imprese di ingegneria? Secondo il rapporto, dopo il mercato domestico (37%), l’area estera più importante è l’Asia, dove le imprese realizzano il 35% del fatturato estero, seguito dall’area europea (Ue ma non solo) con il 19 per cento.
Nessun dubbio sull’attività più richiesta. Prevalgono largamente le infrastrutture energetiche (62% del fatturato complessivo), seguite a molta distanza dai trasporti (12%) e da costruzioni e pianificazione urbana (11%).
Il futuro però non sembra essere in Asia, ma in Europa e in Medio Oriente. Nei prossimi tre anni, dicono le società intervistate, i mercati più interessanti, indicati dal 37% del campione, sono l’Europa (allargata), seguito dal Medio Oriente (14%) e dai paesi africani che si affacciano sul mediterraneo (12%).

«Nel calendario 2019 - ha annunciato il direttore generale dell'Ice Piergiorgio Borgogelli parlando delle attività da mettere in campo per l’assistenza delle imprese - l'accento sarà soprattutto sui Balcani e sull'Asia centrale, oltre ovviamente a Cina e Sud-est asiatico, intensificando anche il training con le principali istituzioni finanziarie internazionali come la banca mondiale, la banca asiatica e la banca d'Africa».

Rapporto Oice-Cer sull’attività all’estero delle società di ingegneria e architettura

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