Progettazione

Campus bio-medico di Roma, ecco i sette progetti finalisti del concorso

di Francesca Oddo

Il concorso internazionale a inviti bandito dall'Università Campus Bio-Medico di Roma (si veda il servizio), presenta finalmente i suoi risultati, firmati da Atelier(s) Alfonso Femia, Diller Scofidio + Renfro e Alvisi Kirimoto Partners, El Equipo Mazzanti, Labics + Topotek 1, Mario Cucinella Architects, Sauerbruch Hutton, Xaveer De Geyter Architects, i sette concorrenti selezionati provenienti da USA, Colombia, Germania, Belgio e Italia.

Il concorso, che rientra nel Piano di sviluppo 2015-2045 “piùCampus”, mira a raddoppiare le attività, i servizi offerti e gli spazi dedicati alla didattica, alla ricerca e all'assistenza medica. Dagli attuali 77 mila e 500 metri quadrati si passerà a 186 mila in trenta anni, con un investimento di 200 milioni di euro per un'iniziativa concorsuale fra le più significative degli ultimi anni in Italia.

Nei giorni scorsi la giuria, composta fra gli altri da Jo Coenen, ha osservato le sette proposte progettuali, diverse fra loro e allo stesso tempo accomunate dall'attenzione rivolta al verde, agli spazi aperti, al concetto di comunità. Come quella di Atelier(s) Alfonso Femia -”VIRIDI SCRIPTURAS / GREEN FLOW(er)S. TOMORROW IS THE YESTERDAY FUTURE”, che lega le quattro aree tematiche nelle quali è suddiviso il progetto alla Riserva Naturale di Decima-Malafede, puntando sulla sinergia, intima e profonda, fra architettura e paesaggio.

Il progetto di Diller Scofidio + Renfro e Alvisi Kirimoto Partners -”A SEED FOR THE CAMPUS GROWTH”- si articola lungo due assi perpendicolari attorno a cui si concentrano strutture di collegamento attrezzate sospese da terra, piazze e una serie degli edifici con funzioni e usi differenti e flessibili; il fianco che guarda verso il Parco di Decima diventa una grande area verde attrezzata per spazi pubblici e aree agricole.

L'intervento di El Equipo Mazzanti -”LIVING CAMPUS”- punta sulla modularità degli edifici pensati per adeguarsi nel tempo alle nuove esigenze: i moduli presentano forme naturali immaginate come sistemi che crescono in sinergia con gli altri, alternando spazi abitati a luoghi pubblici per le diverse comunità.

Con “HORTI ACADEMICI” Labics + Topotek 1 immagina un sistema di due piazze attorno alle quali si concentrano i nuovi edifici per l'università e la ricerca è il nuovo cuore pubblico del campus.

Il lavoro di Mario Cucinella -”NATURE, HUMAN, KNOWLEDGE”- prevede un sistema di due assi ortogonali in cui gli elementi naturali e un sistema di spazi aperti continui diventano l'anima di tutto il complesso: anche in questo caso le architetture sono modulari e flessibili, oltre che diffuse, e nessuna di esse domina rispetto all'altra.

Con “LIVELLI DI APPRENDIMENTO – LAYERS OF LEARNING” Sauerbruch Hutton organizza il campus intorno a uno spazio centrale a verde pubblico, cuore pulsante di tutto il complesso.

Il progetto di Xaveer De Geyter Architects -”POTENTIA TRIUM”- è organizzato intorno a una griglia regolare che si affaccia su una importante striscia di verde centrale, spazio comunitario e simbolico del campus. Un unico, grande edificio sospeso da terra è il primo intervento immaginato per avviare la realizzazione del campus.

Il progetto vincitore sarà reso noto nel prossimo autunno. Successivamente la priorità sarà la realizzazione di nuovi spazi e servizi dedicati alla formazione universitaria per oltre 20 mila metri quadrati.

Ieri, 18 luglio, i sette progettisti hanno partecipato al MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma al convegno “L'Architettura a servizio delle Istituzioni universitarie: Spazi innovativi per ispirare nuovi modelli a supporto della Formazione e della Ricerca”, organizzato nell'ambito del concorso e moderato da Luca Molinari e Martha Thorne, Direttore Generale del Pritzker Architecture Prize. Durante i talk, ogni architetto finalista ha presentato due esempi significativi di architetture costruite nell'ambito della progettazione moderna e contemporanea di spazi dedicati alla formazione. Un dibattito, quest'ultimo, che rientra nel programma di progettazione partecipata con il quale è stato concepito il concorso e che coinvolge la comunità: utenti e dipendenti di UCBM, cittadini, famiglie, anziani, istituzioni locali e pubbliche.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©