Progettazione

Ingegneria, il business 2017 delle società sfiora i 2,5 miliardi (+16,3% sul 2016)

di Massimo Frontera

Aumenta la produzione delle società di ingegneria italiane, ma cala il portafoglio ordini. L’andamento positivo della produzione emerge in modo molto netto dalla 34esima rilevazione annuale sul settore realizzata dall’Oice in collaborazione con il Cer (Centro Europa ricerche). Il rapporto - presentato ieri a Roma - prende in considerazione i bilanci 2017 di un campione di 150 società di ingegneria, confrontati (a perimetro costante) con quelli dell’anno prima. E fornisce inoltre le previsioni del fatturato 2018. Il campione esaminato quest’anno include 140 società aderenti all’Oice e, per la prima volta, dieci società non aderenti all’Oice ma che hanno messo a disposizione i loro bilanci.

Produzione in crescita
Il numero più significativo, come si diceva, è il fatturato complessivo del 2017, in netta crescita sull’anno prima. Più esattamente (in base al dato ricostruito a partire dal campione esaminato) le società di ingegneria italiane hanno fatto registrare un fatturato di 2,464 miliardi di euro, contro un fatturato 2016 di 2,118 miliardi, pari a un incremento del 16,3 per cento. Il fatturato dovrebbe crescere anche nel 2018, con una produzione finale di 2,671 miliardi, quindi con un ulteriore incremento dell’8,4 per cento.
La crescita 2017 è stata trainata soprattutto dalle società di maggiore dimensione (oltre 50 addetti), che hanno messo a segno un incremento del 18%, mentre le società fino a 50 dipendenti sono cresciute solo del 10,2%. Secondo il rapporto, questo schema si replicherà anche nel 2018.

Stabile la presenza all’estero, in calo il portafoglio ordini (dei big)
Il mercato domestico continuerà a rappresentare la quota maggiore del business delle società italiane di ingegneria, sia pure con un trend che mostra una progressiva contrazione a favore delle iniziative sul mercato estero. Se nel 2016 la quota di mercato estero valeva il 60,8% del business complessivo, nel 2017 questa quota è scesa al 58,9%, e l’anno prossimo dovrebbe ulteriormente calare al 56,6 per cento.
Scostamenti più marcati, invece - e non è una buona notizia - per il portafoglio ordini. Complessivamente, il rapporto Oice/Cer dice che il portafoglio ordini nel 2017 ha visto un crollo di oltre il 25% sull’anno prima (1,8 miliardi contro 2,4 del 2016), pari a una perdita di contratti per 607 milioni di euro. Nel 2018 la situazione non cambierà di molto: è anzi prevista un’ulteriore correzione dell’1,16 per cento.
Il problema riguarda solamente le grandi società. Sono infatti le aziende con più di 50 addetti ad aver perso, tra il 2016 e il 2017, commesse per 621 milioni (con previsione di perderne per altri 62 milioni nel 2018). Al contrario, le società fino a 50 addetti, nel 2017 hanno incrementato il loro portafoglio ordini, di 14 milioni; e lo incrementeranno ancora di più nel 2018: di 41 milioni. Dal rapporto Cer si capisce anche qual è il problema: sul totale della perdita di commesse, pari a 607 milioni, la quota maggiore (per 531 milioni) riguarda i grandi impianti “turn key”, mentre la perdita di commesse di ingegneria pura vale solo 77 milioni circa.

Il problema dei pagamenti, la “metabolizzazione” del Bim
Una parte del rapporto Oice/Cer è dedicata a un’indagine condotta presso le società su vari argomenti. Alla domanda “quali fattori ostacolano l’attività di impresa?” quasi la metà del campione (49,2%) ha indicato i tempi di pagamento, mentre al secondo posto viene indicata la domanda insufficiente da parte della committenza (41,7%). Il problema è comune sia alle grandi che alle piccole società, e riguarda non solo i pagamenti da parte della Pa ma anche quelli tra privati.
Non poteva mancare una domanda sul Bim, che nel 2017 è stato un protagonista: il 62,1% delle società ha fatto investimenti sul Bim, sia per acquisire lo strumento, sia per la formazione del personale. L’investimento è confermato dall’81,6% di società che ritiene molto (21,8%) o sufficientemente (59,8%) utile ed efficace lo strumento Bim.

Scicolone: ora consolidare la crescita
Presentando i dati sulle società di ingegneria, il presidente dell’Oice, Gabriele Scicolone, ha sottolineato come «il codice appalti, grazie alla centralità del progetto e alla limitazione dell’appalto integrato, abbia consentito di liberare le energie dell’ingegneria italiana e abbia consentito alle società di fare progettazione». Non mancano però elementi di preoccupazione. Uno di questi è il brusco calo del portafoglio «su cui - dice Scicolone - occorrerà lavorare». «Purtroppo - ha segnalato inoltre il presidente dell’Oice - continuano anche i ribassi d’asta». C’è poi il fenomeno, tutto italiano, della scarsa incidenza del valore della progettazione sul valore complessivo degli investimenti in costruzioni. «In Italia il rapporto è al 15% contro Paesi come Francia, Olanda Uk e Germania dove si va dal 20% al 25%». Questo dato, ha ricordato Scicolone, penalizza le società italiane nella competizione all’estero, nei confronti di società che hanno a disposizione più risorse per ricerca e sviluppo e, dunque, per essere più competitive».
«Le società di ingegneria - ha concluso Scicolone - hanno saputo intercettare l'aumento della domanda pubblica domestica determinato dal codice appalti e sono cresciute sul mercato internazionale con una presenza significativa; occorre consolidare questo trend supportando la crescita del mercato interno e le dinamiche di internazionalizzazione».

Rilevazione annuale Oice/Cer sulle società di ingegneria (estratto)

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