Progettazione

Sacrario di Cima Grappa, il progetto si rimette in marcia ma l'avvio dei lavori si allontana

di Mariagrazia Barletta

Dopo un anno in cui si è marciato al ralenti, riprende il cammino il progetto per il restauro conservativo del Sacrario militare sulla cima del Monte Grappa, nelle Prealpi Venete. Un progetto che comprende la valorizzazione dell'intero complesso monumentale, con il suo grande ossario a custodia di 12.615 caduti e 10.322 ignoti e poi: gli apprestamenti militari, la Caserma Milano e la fatiscente ex base Nato. Un complesso legato alla Grande Guerra e alla memoria dei caduti, tra i più suggestivi d'Italia, che unisce ad un'eccezionale qualità paesaggistica il grande valore della storia. Il 15 gennaio è stato pubblicato in Gazzetta l'avviso di aggiudicazione della verifica della progettazione (a Società progetto qualità Pcq). Il progetto, da tempo giunto al livello di definizione del preliminare (consegnato il 20 ottobre 2016), è del raggruppamento composto da Politecnica Ingegneria e Architettura (capogruppo), da Antonio Citterio e Patricia Viel e dalle società specializzate in allestimenti museali di ultima generazione Parallelo e Bitmovies.

L'aggiudicazione della progettazione preliminare e definitiva (in Bim) e di una serie di servizi, tra cui la direzione dei lavori, risale al giugno 2016. La gara è stata bandita nel 2015 dalla Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale, voluta da Palazzo Chigi per assicurare l'attuazione degli adempimenti connessi alle commemorazioni del centenario della Grande Guerra, nell'ambito del quale il progetto "Cima Grappa" si inserisce. «Dovrebbero questo mese validare il preliminare e poi dovremmo partire con il definitivo» riferisce Gianfranco Tedeschi, socio dal 2000 di Politecnica e coordinatore del gruppo di lavoro impegnato su Cima Grappa.

Il team guidato da Politecnica ha elaborato un masterplan che prevede una pianificazione strategica in tre fasi, in funzione anche delle risorse disponibili. Per ora, a disposizione del primo stralcio funzionale, ci sono circa 6,6 milioni di euro che arrivano da Governo e Regione Veneto. Nella prima fase, spiega Tedeschi, «interverremo con il restauro conservativo del Sacrario, con il nuovo allestimento multimediale della Caserma Milano, e con la riqualificazione e rifunzionalizzazione di tutto il percorso ipogeo caratterizzato dalla Galleria Vittorio Emanuele III e dal vecchio ossario». Il secondo step comprende la riqualificazione del versante dopo la demolizione dei vecchi fabbricati dell'ex base Nato. Laterza fase, che dovrebbe passare per un project financing, riguarda la realizzazione di una struttura per l'ospitalità che utilizzerà le volumetrie dell'ex base missilistica. Il progetto - secondo il programma per le commemorazioni nazionali - fa parte del Museo diffuso sulla Grande Guerra da realizzare entro il 2018. Ma rispettare la scadenza non sarà difficile. Il 22 dicembre scorso la senatrice Raffaella Bellot (NcI) ha presentato un'interrogazione al ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini (tutti gli interventi per le commemorazioni sono coordinati da un Comitato interministeriale con anche il Mibact) per chiedere delucidazioni sui tempi di inizio dei lavori.

L'apertura dei cantieri, è evidente, è ancora lontana. Soprattutto, nella migliore delle ipotesi, i lavori potranno essere avviati nel corso del 2018 ma, vista l'entità del progetto, non potranno concludersi entro quest'anno. «Noi abbiamo fatto un primo cronoprogramma e il lavoro della prima fase lo possiamo considerare sostanzialmente all'interno di un anno», riferisce Tedeschi. Ovviamente, a quota 1.776 metri c'è anche da fare i conti con gli imprevisti di natura meteorologica. Senza contare che la Struttura di missione cessa con la scadenza del governo.

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