Progettazione

Architetture 2017: privati in campo a Torino e Milano, opere pubbliche tra Afragola e Bolzano

di Mariagrazia Barletta

Se il 2016 è stato l'anno della conclusione di grandi opere dalla storia tormentata - si pensi all'Ospedale del Mare di Napoli, alla "Nuvola" di Roma, al terminal crocieristico di Salerno - nel 2017, restando nel perimetro delle più interessanti architetture inaugurate in Italia, la rigenerazione urbana è protagonista. A Bolzano, col tech park firmato dagli studi Claudio Lucchin & Architetti Associati e Chapman Taylor, è la committenza pubblica ad investire consistenti risorse (circa 100 milioni) per trasformare un'ex fabbrica (l'Alumix) in un luogo in cui far crescere imprese, start-up e ricerca nei settori di punta per il territorio. In altri casi è la committenza privata – si pensi all'headquarters della Lavazza e alle Ogr, entrambi a Torino - che dà forma a grandi interventi di riqualificazione urbana, comunque inglobanti valori di interesse collettivo. Ad emergere sono anche la sperimentazione progettuale, il consolidarsi di nuove tendenze e innovazioni che anticipano il futuro. E, se cronologicamente appartiene al 2017, la stazione Av di Afragola (Napoli) firmata dalla compianta Zaha Hadid rappresenta la coda del filone 2016 delle opere faraoniche la cui storia supera il decennio. I 400 metri di guscio sinuoso dovevano costituire un punto di innesco dal quale far deflagrare un'ondata di rigenerazione, ma la stazione è, per ora, una spettacolare, bellissima e complessa opera, ma in un contesto di desolazione.

Di Hadid anche l'opera-capolavoro che nel 2017 è entrata nello skyline di Milano: la Torre Generali di CityLife. La progettazione strutturale – affidata all'italiana Redesco Progetti – è stata complessissima, anche per l'effetto torsionale impresso dalla rotazione dei piani attorno al core e dai pilastri perimetrali diversamente inclinati. Ogni piano è unico, ma questo non ha impedito alla torre di imporsi come esempio per tempistica: la struttura in c.a. ha avanzato al ritmo di 4 piani al mese. Dalla riscrittura del quartiere Fiera alle grandi rigenerazioni torinesi. Esemplare il lavoro della Fondazione Crt che con un investimento di 100 milioni di euro ha restituito alla città le Ogr, le officine ottocentesche per la riparazione dei treni. In tutto 35mila metri quadri tra spazi coperti e scoperti, dal cui recupero funzionale nasce un hub per la sperimentazione artistica e la ricerca in ambito tecnologico. Dunque, un centro di produzione culturale e creativa, un intervento privato con finalità pubbliche, che ha l'obiettivo di far crescere imprese, di favorire la contaminazione per ottenere sviluppo sul territorio. Genera una grande piazza-giardino pubblica, introduce funzioni aperte alla comunità e riqualifica edifici di interesse storico e architettonico, l'intervento con cui l'azienda Lavazza, con un investimento di circa 120 milioni di euro, sta trasformando l'area dell'ex centrale Enel a Torino.

Il progetto, scelto con un concorso indetto nel 2009, è di Cino Zucchi (per la parte urbanistica ha collaborato Picco Associati). Ad essere terminato è il centro direzionale Lavazza: l'edificio dalla forma sinuosa - anch'esso firmato da Zucchi - che ben rappresenta l'evoluzione in corso degli uffici, rivoluzionati dai nuovi modi di lavorare (orientati allo smart working) e dalla mobilità resa possibile dalla tecnologia: gli interni diventano sempre più informali, confortevoli, mentre gli spazi di relazione e gli ambienti per lavorare in team crescono a discapito delle postazione singole. È una finestra sull'ufficio del futuro anche la nuova sede delle Fondazione Agnelli rinnovata su progetto dello studio Carlo Ratti Associati. Un luogo di lavoro ibrido e condiviso, aperto alla città, in cui, grazie alla tecnologia Internet of Things, in tempo reale, la temperatura è regolata in base ai valori ambientali rilevati, mentre l'utente, con una app, può personalizzare il clima intorno a sé. Mette a segno un innovativo e suggestivo intervento di recupero anche lo studio Archea, che ha dato nuova vita all'ex Magazzino dei vini sul lungomare di Trieste, inserendo all'interno del perimetro murario della struttura ottocentesca un volume autonomo, distaccato dalla preesistenza.
A rappresentare il talento dei giovani architetti è il rifugio Oberholz, costruito a Obereggen (in Alto Adige), progettato da Peter Pichler in collaborazione con Pavol Mikolajcak. I due giovani architetti partono dalla forma archetipa della capanna e la estrudono su traiettorie curve per dar vita ad una forma organica. Sempre in Alto Adige, a Falzes, lo studio Stifter + Bachmann rinnova e amplia un'anonima abitazione degli anni '80, riuscendo, grazie ad una sperimentazione condotta su un involucro in plexiglass a creare qualcosa di nuovo, in linea con il carattere del luogo, caratterizzato da piccoli opifici.
Instaura una relazione genealogica con le chiese del passato, apportando innovazioni frutto di una profonda ricerca progettuale, la chiesa di Dresano (Lodi) progettata da Vincenzo Corvino e Giovanni Multari. La chiesa, a pianta circolare, ribalta il tradizionale sistema di captazione della luce naturale e trae dalla forza della simbologia religiosa la sua espressiva sacralità.

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