Progettazione

Cresce a Parigi il maxi-palazzo di giustizia progettato da Renzo Piano

di Mariagrazia Barletta

Centosessanta metri di altezza, quattro blocchi sovrapposti, collegati per mezzo di cinquanta ascensori. Ha ormai preso forma la silhouette del nuovo Palazzo di Giustizia che l'architetto Renzo Piano ha progettato per Clichy-Bartignolles, l'ecoquartiere di Parigi in corso di costruzione tra la storica Montmartre e la moderna Défense. A poco più di un anno dalla posa della prima pietra (6 maggio 2015), la cittadella giudiziaria è terminata nelle sue parti strutturali. Sono state montate le facciate e ampiamente avviate le sistemazioni interne, e ora si procede spediti verso la consegna prevista per giugno 2017. Anche se, recentemente, il ministero della Giustizia ha annunciato la necessità di rivedere in parte il progetto. L'obiettivo: intensificare le misure di sicurezza antiterroristiche.

L'edificio è come una città verticale, composta da tre blocchi di uffici sovrapposti ad un grande zoccolo dove si concentrano gli spazi di accoglienza del pubblico e novanta aule per le udienze. Tutto è studiato per ottimizzare e rendere veloci i collegamenti tra una parte e l'altra dell'edificio che, come accade per le città, è anche dotato di luoghi di incontro per i frequentatori del tribunale. Sono state previste, infatti, delle terrazze alberate: in tutto un ettaro di verde pensile che separa orizzontalmente i diversi blocchi che compongono la torre. La nuova struttura sarà, inoltre, all'avanguardia nell'uso delle tecnologie per la comunicazione e iper-sostenibile, tanto che i consumi energetici si stima siano molto inferiori, addirittura dimezzati, rispetto a quelli registrati nel caso delle più recenti torri del quartiere d'affari della Défense. Una buona inerzia termica, ventilazione naturale, integrazione di pannelli fotovoltaici in facciata e dispositivi per il recupero del calore, sono alcuni dei punti della strategia energetica adottata, che prevede anche l'utilizzo di sistemi per il controllo automatico degli impianti.

Il progetto nasce da un contratto di partenariato, giustificato dalla grande complessità dell'opera, e stipulato dal ministero di Giustizia, attraverso il suo operatore, l'ente Eppjp, con la società di progettazione Arélia che ha scelto Piano per la progettazione e Bouygues Bâtiment Île-de-France per la realizzazione.
Peraltro, nella realizzazione c'è un ulteriore importante contributo made in Italy. Permasteelisa Group ha infatti partecipato alla realizzazione dell'opera, installando complessivamente 33mila mq di facciata, progettata e prodotta in Italia (e più precisamente nello stabilimento di Vittorio Veneto). Gli elementi sono poi stati trasportati in cantiere e installati dal team di Permasteelisa France (che si occupa anche della gestione del progetto e del cantiere).

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©