Progettazione

Progettazione, mercato alla svolta: nei primi 9 mesi gare per 484 milioni (+68%)

di G.La.

Terzo trimestre consecutivo di crescita per le gare relative ai servizi di architettura e ingegneria in Italia. Dopo sei mesi con il segno positivo (rispetto allo stesso semestre del 2015), anche il terzo trimestre dell'anno, compreso tra luglio e settembre, rivela un aumento degli importi a base d'asta (compresi dunque anche quelli relativi all'esecuzione). Siamo a quota un miliardo e 461 milioni di euro, cento milioni in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Sono dati che arrivano dal monitoraggio trimestrale dei bandi per i servizi di architettura e ingegneria, effettuato dal Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri. Nel documento, escludendo la componente relativa all'esecuzione, si ricava anche l'aumento degli importi destinati unicamente ai servizi di ingegneria che fanno registrare, rispetto al terzo trimestre del 2015, un aumento del 12,8% (111,2 milioni di euro contro i 98,5 del 2015). «Se anche gli ultimi tre mesi dell'anno dovessero confermare il trend positivo dei primi nove – spiegano dal Centro studi -, il 2016 potrebbe essere finalmente l'anno di svolta e di rilancio del settore».

Guardando alla situazione dell'anno nel suo complesso, nei primi nove mesi del 2016 sono stati pubblicati bandi per un importo complessivo pari ad oltre 6 miliardi e mezzo di euro: negli stessi nove mesi del 2015 si superavano appena i 4 miliardi. Da questa esplosione traggono beneficio anche i servizi di ingegneria e architettura, che vedono passare le somme loro destinate dai 287 milioni di euro dei primi nove mesi del 2015 ai 484 dello stesso lasso di tempo nel 2016.

Per Luigi Ronsivalle, presidente del Centro studi Cni, questo andamento «conferma un trend positivo, di miglioramento rispetto agi anni scorsi. Ciò costituisce un segnale ripresa da salutarsi con favore, anche in considerazione del fatto che l'entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti avrebbe potuto far segnare una battuta d'arresto per le incertezze inevitabilmente indotte dall'interpretazione delle nuove norme».

Un dato negativo, però, c'è: «Solo il 27,5% degli importi di aggiudicazione, considerando le sole gare senza esecuzione, va a liberi professionisti singoli o associati, pur rappresentando questi ultimi la stragrande maggioranza degli studi italiani. Ciò è dovuto naturalmente alla prevalenza dei grandi appalti, in termini di valore, che vengono aggiudicati a società e consorzi». I requisiti di fatturato, quindi, continuano a limitare il mercato.

Il documento non guarda solo al valore, ma analizza anche la questione degli errori presenti nei bandi. Se ci riferiamo a quanto stabilito dal cosiddetto decreto parametri, va infatti sottolineato come nel 45% dei bandi non sia indicato il criterio di calcolo del corrispettivo posto a base d'asta. Quanto alla disposizione dell'Anac, presente nelle nuove linee guida, che prevede l'obbligatorietà di indicare il procedimento adottato per il calcolo dei compensi posti a base di gara, la situazione non accenna a migliorare, visto che la quota di bandi in cui è allegato lo schema di calcolo è inferiore al 10% (nello scorso trimestre era il 12,3%).

Infine, una nota positiva. In riferimento all'utilizzo del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa a scapito di quello del prezzo più basso, le stazioni appaltanti si stanno adeguando: tra i bandi a base d'asta superiori a 40mila euro, infatti, uno soltanto ha utilizzato il criterio del prezzo più basso.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©