Progettazione

In Val Passiria apre l'hotel-mela firmato studio noa*

di Mariagrazia Barletta

L'architettura di un hotel di solito scommette tutto sul concetto di accoglienza. In Val Passiria no. Qui a dettare legge è la mela. Dalla fioritura al periodo di riposo, passando all'affinamento: ogni fase del ciclo di produzione del frutto viene interpretata e si traduce in atmosfera nell'ampliamento dell'Apfelhotel Torgglerhof a Saltusio, in Alto Adige. Il progetto è di noa*, un giovane studio di Bolzano organizzato come un network, pronto ad attingere alle diverse e specifiche competenze di una vasta rete di persone, soprattutto giovani architetti e designer guidati dai due fondatori dello studio bolzanino: Lukas Rungger e Stefan Rier, entrambi under 40. Il gruppo di lavoro si forma e si modifica a seconda delle necessità legate al singolo progetto, contando su un team di professionisti e creativi, che opera a livello internazionale.

Una sauna mimetizzata nel verde, la collocazione di nuove camere nel vecchio fienile, di cui si conserva la struttura in travi e saettoni (lasciati a vista), e la ristrutturazione del piano terra dell'albergo esistente con la creazione della reception, del ristorante e del bar. Sono questi gli interventi su cui si è concentrato il lavoro di noa*.
La sauna è una struttura che prende la forma di una collina, ricoperta da un prato, con un'unica grande apertura inquadrata da una curva in cemento a vista. Ottenere una forma pura e semplice, era l'aspirazione. «Della struttura volevamo solo far vedere questa curva e la vetrata e poi solo il prato che la sovrasta», spiega Christian Rottensteiner dello studio noa*, che ha seguito costantemente i lavori. Così l'anello in cemento, che forma la facciata e al contempo ha funzione di contenimento del terreno, viene prefabbricato in cantiere con apposite forme e poi montato in opera attraverso una gru. All'interno della sauna ci sono i colori della terra e materiali naturali come il legno. «Abbiamo deciso di entrare nella terra, perché è da lì che tutto inizia», ci dice Lukas Rungger, riferendosi al ciclo di produzione del frutto altoatesino per eccellenza.

Quanto alla nuova area dell'hotel, questa interpreta il tema della fioritura: colori primaverili e fiori bianchi di mele sui muri accolgono gli ospiti. Le stanze ricavate nel fienile rappresentano, infine, la fase dell'affinamento, così, le classiche casse destinate a contenere le mele sono state fonte di ispirazione per l'allestimento degli interni.
I proprietari dell'hotel, ci racconta l'architetto Rungger, sono dei contadini, coltivano mele e le lavorano ottenendone i prodotti più svariati. «Non hai mai la sensazione di essere in un albergo, piuttosto ti senti a casa di amici temporanei», continua. Preservare l'atmosfera familiare e catturare il fascino del paesaggio circostante, riportandolo nell'architettura, erano i punti fermi da cui partire. Così, il network di competenze viene allargato, coinvolgendo falegnami e scalpellini locali, e si privilegiano materiali autoctoni: legni altoatesini e pietra del posto. «È come uscire, prendere i materiali che ti circondano e metterli nel progetto», è questa l'immagine scelta da Rungger per descrivere il lavoro.
L'Apfelhotel è uno di quei rari casi che mette d'accordo pubblico e critica. L'hotel ha aperto i battenti a maggio e ha fatto subito registrare il tutto esaurito fino a novembre, ci racconta Lukas Rungger. Intanto il progetto fa guadagnare al network di noa* tre nomination. L'hotel è in lizza, infatti, per il German Design Award, l'European Hotel Design Award e l'Inside Awards 2016. E, il nome di noa* è anche nella short list stilata dal World Architecture Festival.

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