Progettazione

Il cielo di Roma si specchia nel nuovo quartier generale Bnl firmato 5+1AA

di Mariagrazia Barletta

Un nuovo tassello si aggiunge alla riqualificazione dell'area Tiburtina a Roma. Accanto alla stazione dell'alta velocità di Abdr architetti associati ha preso forma il nuovo quartier generale della Bnl Gruppo Bnp Paribas, firmato dallo studio 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo. Si sistemano gli ultimi dettagli, si lucidano le superfici, ma a meno di tre anni dalla posa della prima pietra l'edificio può dirsi terminato. Allestiti, poi, gli interni, saranno oltre 3mila i lavoratori che vi faranno ingresso.

Un grande progetto immobiliare che ha contato, per la realizzazione, su un budget di 83 milioni di euro. Una cifra contenuta se si considerano i numeri del complesso direzionale, alto 56 metri, largo 43, che si sviluppa su una lunghezza di 230 metri. Così, mentre il budget sembra alto, il costo al metro quadro è all'incirca di 1.200 euro.
L'headquarters permetterà di riorganizzare gli uffici di Bnl oggi distribuiti su otto palazzi di diversi quartieri della Capitale, riunendoli in due sole sedi (Tiburtina e via Aldobrandeschi). Per il 25 per cento della superficie disponibile sarà occupato da spazi a servizio dei lavoratori: un asilo, una palestra, un ristorante aziendale da 700 posti, sale training, un'infermeria, un auditorium e poi i parcheggi.

La storia del progetto si concretizza nel 2012 quando Bnp Paribas Real Estate (controllata del Gruppo Bnp Paribas) sigla con Ferrovie dello Stato il contratto per la cessione delle aree ubicate nel comparto della stazione Tiburtina, di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana Spa. Un trasferimento avvenuto al termine della gara bandita da Ferservizi e Sistemi Urbani (Gruppo FS Italiane) e aggiudicata a Bnp Paribas Real Estate a seguito di un'offerta di 73,2 milioni di euro. Poi la posa della prima pietra a ottobre 2013, con i lavori di costruzione assegnati a Parsitalia General Contractor e la progettazione esecutiva e il coordinamento affidati a Starching - Studio Architettura Ingegneria.

L'edificio dialoga con la stazione e intesse relazioni con la città. «Noi fin da subito - ci racconta Alfonso Femia - abbiamo proposto un edificio che potesse essere visionario nel rapporto con la città, che dialogasse con la dimensione della stazione, che avesse un rapporto anche con il cielo di un certo tipo, e allo stesso tempo con un'idea molto pragmatica di cosa vuol dire oggi uno spazio per uffici, più vicino ad una logica di spazi di relazione e meno di spazi chiusi. Quindi l'idea che edificio via via con la sua lunghezza potesse essere una città nella città e che quindi si ritornasse a lavorare sull'edificio non come elemento introverso, autoreferenziale, ma capace di relazionarsi con la città». «Il nostro obiettivo - racconta ancora l'architetto - era che quell'edificio parlasse del cielo di Roma, della luce di Roma e quindi che fosse un dispositivo di percezione e di reazione alla luce».

Dal lato della stazione la facciata è un susseguirsi di pieghe che con le loro angolazioni fanno vibrare il prospetto. Una superficie vetrata che alterna superfici con diversi gradi di trasparenza, fino a comprendere vetri riflettenti nei quali si specchia il grande edificio-ponte di Abdr. Nella parte centrale il volume è come corroso, tanto da lasciare intravedere il suo interno, offrendo uno scorcio sul cilindro in mattoni, parte del sistema di cisterne d'acqua disegnato dall'architetto Angiolo Mazzoni. In alcuni punti e, a seconda dell'incidenza della luce, la superficie sembra dissolversi tra una atmosfera argentea. La diversa e alternata inclinazione delle piegature della facciata, la materia, i giochi di luce e la composizione dei volumi rendono il prospetto dinamico e sempre mutevole. «Al calare del sole non c'è un minuto in cui non accada qualcosa di diverso», commenta Femia. Una dinamicità che si perde nel prospetto opposto, quello rivolto a nord-ovest, più statico e materico, chiamato a confrontarsi con il quartiere Pietralata, ossia un contesto urbano più «lento», lo definiscono così i progettisti. Non ci sono, dunque, un fronte e un retro, ma due facciate diverse e di pari dignità.

La nuova direzione generale - realizzata da BNP Paribas Real Estate, la società del Gruppo specializzata nel settore immobiliare - ospiterà una consistente comunità, con un impatto positivo sull'economia del quartiere e un'efficace azione di rigenerazione urbana. Alla riqualificazione dell'area Tiburtina, il nuovo edificio direzionale partecipa «in maniera attiva», ci dice Alfonso Femia, e si va ad innestare in un processo in corso, poiché la rigenerazione dell'area non è ancora completata, precisa l'architetto. «Concentrare lì una sede così importante, con oltre 3mila addetti, l'80 per cento dei quali utilizzerà i mezzi pubblici, significa introdurre la possibilità di andare a disegnare la nuova vocazione di quel quartiere che può acquistare centralità ed energia vitale».

«Il progetto della nuova sede della Bnl - continua l'architetto Femia - ha dato un'accelerata a tutto il sistema della tangenziale e al sistema di accesso ai mezzi pubblici dal lato della ferrovia, che prima non era connessa, e quindi i servizi saranno amplificati». «In quell'area, alla fine - continua - quando saranno realizzate anche le opere di urbanizzazione che scaturiscono dal piano della Tiburtina, delle ferrovie, che prevede un parco nella parte a monte, quando sarà messa a punto la viabilità insieme a tutto il sistema dell'accessibilità, ai servizi connessi alle nuove destinazioni, si andrà a riqualificare un'area che prima era di margine». Guarda al futuro Alfonso Femia, che rimarca quanto dovrà fare anche l'amministrazione comunale, la cui sfida è - afferma l'architetto - «fare in modo che i vuoti e gli spazi pubblici al contorno possano diventare un vero parco urbano». «Perché hanno tutte le potenzialità per poterlo diventare», dice.

Da una parte c'è la concentrazione di collegamenti locali, nazionali e internazionali, poi l'architettura contemporanea con il grande edificio ponte di Abdr, la sede della Bnl e dall'altro lato della stazione la Città del Sole con il suo mix di funzioni, firmata dallo studio Labics. Un brano di città che può ambire ad essere un riferimento europeo e che «ha tutte le connotazioni per essere un vero filamento urbano contemporaneo, che peraltro è percepito positivamente da Roma e dai romani», ci dice l'architetto Femia.

I crediti del progetto
Committente: Bnp Paribas Real Estate
Progetto architettonico e paesaggistico: 5+1AA Alfonso Femia Gianluca Peluffo
Architetti Alfonso Femia, Gianluca Peluffo, Simonetta Cenci
Ingegneria strutturale: structural engineering Redesco srl
Ingegneria impiantistica e ambientale: Ariatta Ingegneria
Coordinamento e progettazione esecutiva: Starching - Studio Architettura Ingegneria
Consulenza urbanistica: architetto Annalaura Spalla
Responsabile di progetto: Alessandro Bellus, Marco Corazza, Francesca Raffaella Pirrello
Gruppo di progettazione: Gabriele Filippi, Marzia Menini, Sara Sartini, Maria Michela Scala, Daniele di Matteo, Sara Massa, Vanesa Carbajo Fernandez, Roberta Nardi,
Collaboratori: Gianmatteo Ferlin, Michela Lucariello, Paolo Oliva, Eleonora Zinghinì, Etienne Bourdais
Direttore dei lavori: architetto Andrea Alloni
Direttore lavori strutture: ingegnere Andrea Imbrenda
Direttore lavori impianti: architetto Mauro Angeletti
Coordinatore in fase di progettazione: ingegnere Andrea Maria Peco
Coordinatore in fase di esecuzione: architetto Luciano Leoni
Impresa affidataria: Parsitalia General Contractor srl

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