Progettazione

Terremoto/3. L'aggiornamento delle norme tecniche per i professionisti fermo dal 2009

di Giuseppe Latour

La storia delle norme per la progettazione degli edifici secondo criteri antisismici si ripete. Non è un luogo comune, ma la realtà di quanto accaduto negli ultimi anni. L'aggiornamento delle Ntc, le norme tecniche che contengono le regole che tutti i professionisti italiani devono seguire, è fermo dal 2009 quando, invece, per legge avrebbe dovuto avere cadenza biennale. Esattamente come era accaduto ai tempi del sisma in Abruzzo, quando la precedente versione delle Ntc era stata messa nel congelatore dall'esecutivo dell'epoca, per essere riesumata solo in presenza di un'emergenza. Il lavoro dei tecnici è andato avanti in maniera lentissima e, così, per sette lunghi anni sono rimaste ferme le nuove regole sull'adeguamento sismico che, in sostanza, consentiranno di mettere più facilmente in sicurezza le strutture esistenti. Certamente la loro approvazione non avrebbe sicuramente salvato paesi come Amatrice, ma resta evidente la cronaca di una storia di ritardi infiniti.

Le Ntc del 2008 e il terremoto in Abruzzo
Per comporre la travagliata vicenda di questa normativa, partiamo dalle vecchie Ntc. L'ultima versione delle Norme tecniche per le costruzioni viene approvata con il Dm 14 gennaio del 2008, innovando un pacchetto di regole decisamente troppo vecchio: risaliva al 1996. Come spesso accade in questi casi, però, all'epoca quel testo così atteso, in assenza di una situazione di emergenza, era rimasto incastrato nel gorgo dei rinvii. Il decreto Milleproroghe, infatti, aveva spostato l'entrata in vigore del provvedimento a giugno del 2010, con il pericolo poi di vedere proroghe successive. Era stato necessario il sisma in Abruzzo dell'aprile del 2009 per cancellare quella scelta e anticipare l'attivazione del provvedimento a luglio del 2009.

Un aggiornamento lentissimo
Oggi la storia si sta ripetendo. Il testo del 2008, infatti, nasceva con qualche difetto. Così, già a marzo del 2010 l'allora presidente del Consiglio superiore del Lavori pubblici, Franco Karrer aveva deciso di avviare il processo che avrebbe dovuto portare alla revisione (biennale, secondo la legge) delle Ntc. Il primo slancio di quel lavoro era stato positivo: la commissione incaricata di preparare l'aggiornamento aveva seguito un approccio innovativo che, tra le altre cose, coinvolgeva i produttori di materiali e gli ordini professionali. A luglio del 2012 questo lavoro sembrava vicino alla chiusura, quando veniva nominata una commissione relatrice, con il compito di arrivare a un testo definitivo.

A ottobre quel testo veniva inviato all'Assemblea del Consiglio superiore, che avrebbe dovuto dargli via libera. A novembre, però, quel voto positivo non arrivava. Così la commissione relatrice continuava a lavorare, restando però bloccata su un paio di questioni. Una svolta (apparente) arriva a novembre del 2014, quando il Cslp finalmente approva un testo. Ma lo fa a maggioranza, anche se larga, e non all'unanimità. Tra gli esperti, cioè, si registra una spaccatura che, evidentemente, influirà anche sulle fasi successive. La procedura, infatti, prevede che prima della pubblicazione in Gazzetta arrivi il concerto del ministero dell'Interno, della Protezione civile e poi il timbro finale del ministero delle Infrastrutture.

Sette anni di attesa
Queste fasi, che in teoria sarebbero dovute arrivare a conclusione rapidamente, sono state molto più lente del previsto. Complice il fatto che, nel frattempo, un nuovo inquilino è arrivato al ministero di Porta Pia. La sostanza è che, quindi, oggi siamo ancora in attesa dell'aggiornamento, a sette anni dall'entrata in vigore della precedente versione delle norme. Anche se le ultime dichiarazioni di fine luglio davano la vicenda ormai sul punto di essere sbloccata: l'aggiornamento, insieme a una circolare esplicativa, dovrebbe arrivare entro la fine del 2016. Bisogna, però, registrare che dichiarazioni simili sono state fatte anche in passato.

Cosa cambia con le nuove Ntc
Nel merito le nuove norme tecniche porteranno soprattutto un'innovazione: arriveranno parametri separati per l'adeguamento sismico dei fabbricati vecchi. Usando gli stessi criteri del nuovo, come avviene adesso, le regole risulterebbero di fatto inapplicabili perché gli interventi sarebbero troppo costosi. Il nuovo testo, allora, dovrebbe creare un terzo genere, a metà strada tra il semplice miglioramento (che non richiede interventi rilevanti in chiave antisismica) e la realizzazione di strutture nuove. Gli edifici esistenti al capitolo 8 delle Ntc incassano, nella sostanza, uno sconto del 20% rispetto ai nuovi. Ma non in tutti i casi.

Restano scoperte una serie di ipotesi, come quella della sopraelevazione o gli ampliamenti dei fabbricati. La novità riguarderà soprattutto il caso di cambi di classe e di destinazione d'uso degli edifici, che comportino un aumento dei carichi verticali superiore al dieci per cento. In queste ipotesi sarà più facile adeguarsi alla normativa antisismica.

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