Progettazione

A Mormanno (Cosenza) la forma sinuosa della chiesa di Santa Maria Goretti firmata Cucinella

di Mariagrazia Barletta

È stato inaugurato il cantiere per la chiesa di Santa Maria Goretti a Mormanno, in provincia di Cosenza, progettata dallo studio Mario Cucinella Architects. Un nuovo complesso che comprende anche la canonica e i locali del ministero pastorale, nato dal sesto ciclo dei cosiddetti «Progetti pilota», ossia i concorsi lanciati a partire dal 1998 dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) attraverso il suo Servizio nazionale per l'edilizia di culto. Ogni edizione seguiva una formula ben precisa. Primo passo: la scelta di tre siti, uno al Nord, uno al Centro e l'altro al Sud e poi gli inviti rivolti a sette architetti per ciascun complesso da edificare. Dunque sei edizioni, per un totale di 18 strutture interessate, di cui dieci realizzate e diversi cantieri aperti.

L'architetto Cucinella loda il percorso della Cei. «Devo dire che il bando era molto ben strutturato, andrebbe preso a modello negli appalti pubblici. I Comuni italiani dovrebbero prendere esempio da chi le cose le sa fare, ci sono bandi in questo Paese che sono ridicoli. Molto spesso le condizioni dei documenti di gara, o sono fallaci o sono imprecise. Poi tutto questo si ripercuote sugli edifici e sulla gestione», afferma l'architetto.

«La Chiesa – continua Cucinella - è stata un attore principale delle trasformazioni urbane, uno dei committenti in assoluto più importante della storia. E questo ruolo si era perso in una cultura delle periferie un po' banale, riprenderlo, anche alla luce del tema delle periferie, è stato importante». È questo, secondo l'architetto, uno dei meriti della stagione dei concorsi targati Cei.

E alla storia guarda anche la chiesa di Mormanno, ispirata alle geometrie degli edifici religiosi del Barocco, opere di Bernini e Borromini, come Sant'Ivo alla Sapienza, San Carlino alle Quattro Fontane e Sant'Andrea al Quirinale. Le loro curve vengono riprese come in un puzzle e ricomposte in una forma del tutto nuova. Si è trattato di un modo per «riagganciare la chiesa a una grande storia», ci dice l'architetto. La scelta è ricaduta su una pianta centrale e su una forma ben riconoscibile, che non sparisse nel contesto della periferia anonima di Mormanno.

In un ambiente privo di qualità architettonica, la nuova chiesa diventa subito riconoscibile per la sinuosità delle sue pareti, per l'estetica, e dunque, anche per le distanze che prende rispetto al suo intorno.

«In un contesto, grigio, poco colto, un oggetto così semplice, bianco, con questa forma sinuosa, si riconosce come un luogo di cura dell'anima», afferma Cucinella. In una periferia, dove la bellezza è tutta da costruire, la cura del luogo diventa un modo per comunicare che c'è qualcuno che si sta prendendo cura della comunità.

Come la formula Cei impone, la progettazione ha previsto da subito il coinvolgimento di un artista e di un liturgista. L'artista napoletano Giuseppe Maraniello ha lavorato sulle opere in bronzo, interpretando il tema del recupero della materia. Don Amilcare Zuffi ha fornito il suo apporto come liturgista: «Una collaborazione molto forte», la definisce Cucinella. «Ogni singolo elemento - anche le sculture, la fonte battesimale, il luogo della confessione, il rapporto con la luce, l'ombra – ha una grande forza comunicativa e soprattutto ha un grande legame con la storia», ci dice l'architetto. Così la figura del liturgista diventa essenziale per capire il significato legato ad ogni elemento dello spazio sacro, e per raggiungere la dovuta sintonia tra simbolismi, suggestioni, aspetti tecnici e funzionali.

Luce ed emozione, poi, sono legate indissolubilmente. Secondo Cucinella «l'elemento che entra più in sintonia con la parte emotiva di una persona è proprio la luce. È la sua qualità - dice - a colpirci quando entriamo in una chiesa». Così, lo spazio interno è sublimato da un velario posizionato in copertura, sopra la parte centrale dell'aula. A comporlo come fossero dei drappi, è un susseguirsi di curve in rete metallica molto sottile, che, regoleranno il passaggio della luce mettendo in risalto alcuni elementi.

«Ad esempio sulla fonte battesimale ci sarà più luce perché questa rappresenta la nascita e la conversione alla religione. L'area dedicata alla confessione, e quindi legata al peccato, sarà invece più buia», racconta ancora Cucinella. «Ciò che io mi aspetto – continua - da questo progetto, è che aperta la porta, si venga colti da una forma di emozione, dalla sensazione che la luce sia qualcosa che filtra tra la terra e il cielo».

C'è, poi, un contrasto tra interno ed esterno. L'esterno è candido e liscio, l'interno invece ha un rivestimento in canapa e calce, con tutte le imprecisioni dovute alla stesura manuale. I colori sono quelli della terra.

Nel 2012, oltre a Mario Cucinella, vinsero gli altri due concorsi dei «Progetti pilota», Benedetta Tagliabue e Francesca Leto, che si aggiudicarono rispettivamente la chiesa di San Giacomo Apostolo a Ferrara e quella di S. Ignazio da Laconi a Olbia. Il lavori della chiesa ad Olbia «sono iniziati il 30 maggio 2016», ci dice don Valerio Pennasso, designato responsabile del Servizio nazionale per l'edilizia di culto della Cei dopo la scadenza dell'ultimo mandato di monsignore Giuseppe Russo, terminato lo scorso anno. Quanto al cantiere della chiesa di Ferrara «dalla diocesi indicano come data probabile di avvio gennaio 2017», afferma ancora don Pennasso.

Crediti
Committente: Diocesi di Cassano all'Jonio

Superfici utili (SLP)
Chiesa: 450 mq (415 mq + 15 mq di ufficio collocato nel complesso parrocchiale)
Casa Canonica: 148 mq
Ministero Pastorale: 452 mq

Team: Mario Cucinella, Luca Sandri, Alberto Casarotto, Alberto Bruno, Enrico Pintabona, Michele Roveri

Artista: Giuseppe Maraniello

Liturgista: Don Amilcare Zuffi

Strutture: Milan Ingegneria

Progetto degli impianti elettrici: Studio tecnico P.S.

Progetto impianti idro-termo-sanitari: Studio Tecnico Ing. Riccardo Giannoni

Rendering 3D: Engram Studio

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