Progettazione

Concorsi/2. La Mendola (Cna): «Impulso dato dal nuovo Codice ma non lasciamo la crescita solo sulla carta»

di Giuseppe Latour

«Un impulso positivo è arrivato dal nuovo Codice, ma adesso bisogna impegnarsi per ritoccare alcuni punti e non lasciare questa crescita sulla carta». Il vicepresidente del Consiglio nazionale degli architetti, Rino La Mendola legge i dati sull'andamento dei concorsi in maniera contrastata. Da un lato il Dlgs n. 50 del 2016 ha dato una spinta ai numeri, influendo sulla buona performance della prima metà dell'anno; dall'altro però servono modifiche immediate, per evitare che questo incremento resti un numero. Soprattutto, bisogna intervenire sul decreto sui livelli di progettazione che, attraverso il nuovo progetto di fattibilità arricchito di indagini e verifiche, rischia di ammazzare lo strumento dei concorsi.

Architetto, partiamo dai numeri.
La crescita è stata notevole e sicuramente dipende dall'impulso positivo che è arrivato con il nuovo Codice appalti: non possiamo negarlo. Adesso, però, bisogna lavorare per evitare che i concorsi di progettazione restino uno strumento di propaganda, con pochissime ricadute concrete in termini di mercato.

A che si riferisce?
Le regole del Codice hanno bisogno di qualche ritocco, che chiediamo nell'ambito del primo correttivo. Dobbiamo superare l'alternativa tra concorso di progettazione e progettazione tramite professionalità interne. Quando c'è un interesse architettonico, il concorso deve essere l'unica strada. Inoltre, chi vince il concorso poi deve sempre fare la progettazione. Perché oggi succede sistematicamente che quei pochi concorsi che si fanno non si traducono in nulla di concreto.

Che segnali avete ricevuto dal ministero?
Al momento, il ministero delle Infrastrutture ha convocato un tavolo per risolvere i problemi che riguardano i lavori pubblici. La parte che riguarda la progettazione è stata ignorata, ma vorrei ricordare che, se si blocca la progettazione, il mercato continua a soffrire nel suo complesso.

Quindi, si aspetta un cambio di passo?
Lo auspichiamo. In questo senso, abbiamo già preparato un documento che contiene tutte le principali modifiche necessarie ai progettisti. Bisogna riavvicinare il Dlgs n. 50 del 2016 alla legge delega. Quella norma ci era piaciuta molto e bisogna tornare a quello spirito. Poi, servono alcuni interventi collaterali, come una maggiore informatizzazione dei concorsi. O una semplificazione delle regole sui livelli di progettazione.

In che senso?
Il nuovo decreto ministeriale sui livelli di progettazione sta nascendo in queste settimane e, rispetto al vecchio preliminare, appesantisce in modo consistente il progetto di fattibilità, aggiungendo indagini e sondaggi che prima si facevano in sede di definitivo. Il problema, però, è che per il concorso di progettazione viene richiesto il livello del progetto di fattibilità.

Quindi?
Quindi le nuove regole rischiano di ammazzare il concorso. Nessuno potrebbe più partecipare con un progetto di fattibilità più complesso. Si immagina cento professionisti a fare tutti i sondaggi? Avrebbero dei costi insostenibili. Abbiamo già chiesto semplificazioni nel nuovo decreto. Speriamo che il ministero ci ascolti.

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